L’evoluzione dell’umanità risiede nello sguardo differente delle donne
Differenze di genere ed evoluzione sociale
[di Alessio Masone] L’evoluzione dell’umanità ha avuto una svolta quando le donne hanno iniziato a preferire, all’uomo più capace nelle doti fisiche, quello più capace nella cura e nella solidarietà.
Le donne, con il loro minimalismo quotidiano, mai pubblico, hanno sempre diffidato della competitività maschile: se, nei secoli, la violenza e le esclusioni sono diminuite, è stato grazie allo sguardo femminile che si posa sull’uomo. Di generazione in generazione, la donna guadagnava il diritto di selezionare gli uomini più vicini al sentire femminile, quelli meno violenti, più solidali, più cooperanti.
Ogni rivoluzione, con cui l’uomo ha spodestato repentinamente un potere basato sull’ingiustizia, col tempo, è stata sostituita da un nuovo potere basato sull’ingiustizia. Al contrario, la donna ha sempre vissuto di quotidiano perché ha sempre saputo che le grandi teorie, le grandi rivoluzioni, i grandi successi vengono sostituiti ciclicamente: in realtà, il mondo si evolve nelle emozioni quotidiane.
A prescindere dalle rivoluzioni moderne e dalle leggi sempre più specialistiche, il mondo rigenera la sua violenza: fin quando esisteranno donne capaci di amare uomini criminali e corrotti, competitivi e arrivisti, questi individui esisteranno nonostante qualsiasi legge giuridica e morale. Lo sguardo primordiale della donna li autorizza ad esistere: la legge della donna è originaria e prevale su tutte le altre.
Ma il pensiero dominante, considerando la superiorità dell’uomo, contrastando nella donna la coltivazione di emozioni a favore dell’uomo che si adegua al sentire femminile, ha voluto che le donne abbiano preferito assimilarsi all’uomo. Hanno scambiato l’indipendenza dall’uomo con il rivestire lo stesso ruolo dell’uomo.
Le donne, aspirando a essere entrambi i sessi, stavano rinunciando a quella identità di selezionatrici delle emozioni maschili che è, quindi, capace di indirizzo e confronto per l’uomo.
Le donne capaci di condizionare il mondo occidentale (maschile) sono quelle che, avendo abbandonata la ricerca di una parità omologante all’uomo, hanno valorizzato il pensiero della differenza femminile. Qui, la differenza diventa opportunità di confronto, di cambiamento e, quindi, di messa in discussione del pensiero dominante.
Ma, prevalentemente, le donne restano ancorate a stili cognitivi incapaci di indagare le motivazioni delle proprie emozioni: se le donne, nei rapporti interpersonali, nei consumi quotidiani e nella fruizione dell’arte, non vogliono verificare quanto il loro sentire sia capace di produrre cambiamento e bene comune, dobbiamo ipotizzare che queste donne, invece di essere portatrici di differenza e biodiversità, di giustizia e coesione, si stiano omologando al sentire maschile, modello culturale e di sviluppo ormai tramontato.
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N.B. Nell’esporre questa visione, ritengo di ringraziare l’esistenza di Art’Empori e di alcune donne: Rita Bagnoli che ci ha consentito di familiarizzare con il “pensiero della differenza femminile”; Pina Fontanella che è il prototipo di donna che modula la sua emozionalità in base a criteri di giustizia; Tullia Bartolini per il suo percorso di giustizia e di verità.
L’evoluzione dell’umanità risiede nello sguardo differente della donna
di Alessio Masone – 23 luglio 2010 (versione 2012)
(Per dire che, nella gestione della cosa pubblica, non abbiamo bisogno di quote rosa, ma di persone che, come le donne, non vorrebbero essere lì.)
Sto leggendo “La cività dell’empatia” di Rifkin che amo dai tempi di “Entropia”…
Magari certe cose sono tirate al fine di dimostrare la sua teoria.. però mi piacde crederci
Di base l’empatia è stata da sempre prerogativa femminile… io per varie vie me ne sono allontanata e ora mi sento pure in colpa!!!
In momenti di autostima (collettiva) esagerata mi sento di dire: la donna è l’evoluzione dell’uomo….
Però riscontro dolorosamente il ritardo effettivo tra quanto lui descrive e la situazione italiana in questo momento, dove anche come modello per le giovani che si affacciano al mondo non c’è granchè di veramente positivo cui far riferimento…molto homo homini lupus e ancor di più tra maschi e femmine..molto apparire, sempre più esageratamente, sempre più cura dell’aspetto estetico, fashion, molta poca fiducia tra amiche, sembra quasi una guerra..vali solo se sei figa, più o meno… meglio se con discrete tette..
Io credo fermamente che le donne possano essere la salvezza del mondo, riportando tutti i rapporti tra le persone ad un buon livello di empatia, solo che quelle “vere”, utili, consapevoli e orgogliose, sono una minoranza (di cui non faccio parte).
Come si fa a “mettere in giro” questo “dubbio” in modo che produca prima idee sparse e non di nicchia, e poi accettazione di massa???