La competenza della donna – da il Corpo delle donne di Lorella Zanardo
La nostra competenza dell’esserci
Lorella Zanardo – Il corpo delle donne
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=3289
Qualche tempo fa mentre mi recavo alla Festa dell’Unità a Caracalla per un dibattito, questa due immagini in formato enorme ricoprivano la sede FAO. Un pugno alla stomaco, l’orrore che ti entra in casa, nella testa.
Qui i pubblicitari hanno lavorato bene: traduce l’orribile malessere derivante dal nostro sentimento di impotenza di fronte al fallimento della strategia economica mondiale: la fame e la sete sono dilaganti.
850 milioni sono sottonutrite. 7 milioni di ettari di foresta vengono distrutti ogni anno.
L’1 per cento della popolazione mondiale detiene il 40 per cento della ricchezza mondiale.
Quante volte abbiamo visto questi dati? Ma come li abbiamo guardati? Usando la ragione.”
Guardiamoli invece con tutto il nostro essere, con il corpo e con l’anima. Provate.
Le donne dovrebbero essere responsabili dello sviluppo sostenibile della terra, dedicandosi al nobile scopo di costruire le nazioni, dice Pratibha Patil, presidente donna della Repubblica Indiana.
Se vogliamo salvare la natura fuori di noi, dobbiamo iniziare con il salvare la natura dentro di noi.
Portiamo a conoscenza degli altri cosa significhi essere una donna.
Mostriamolo al mondo. Sostituiamo il dover fare con l’essere.
…
E’ tempo di occuparci del mondo utilizzando la nostra competenza dell’esserci. E’ ora, prendiamone coscienza.
E’ qui che parte del Femminismo ha fallito, è davanti al vero cambiamento del mondo che si è fermato. La ragione a mio avviso è che anche molte femministe, che si penserebbe Donne per eccellenza, hanno seguito il modello maschile: la razionalità e l’intelletto al potere. E lo verifichiamo tutti i giorni quando leggiamo analisi dotte e dettagliate di giornaliste femministe che hanno un unico difetto: sono incomprensibili e non muovono al cambiamento.. Sono dotte dimostrazioni autoreferenziali.
Ci vuole coraggio. Il coraggio di subire ancora in questo Paese derelitto, il sorriso di compiacenza di chi non ha ancora capito che è solo dal cambio del nostro sguardo che si posa sul mondo, che avrà inizio la rivoluzione.