Fidanziamoci : primi passi sentimentali

PROPOSTA PER UN’EDUCAZIONE RELAZIONALE PRECOCE

“Se vuoi iniziare una conversazione con una ragazza, le devi dire qualcosa tipo –ciao- . Se lei risponde con un – ciao – sei già a buon punto. Cerca di essere amichevole. Sii calmo e non essere nervoso . “ Così suggerisce ai suoi coetanei Alec Greven, novenne americano, nel suo primo libro “Come parlare alle ragazze” , manuale di buone pratiche da seguire nel corteggiamento.

In modo semplice e a tratti ironico Alec istruisce su tattiche da seguire , conversazioni da intrattenere, abiti da indossare, posti in cui andare , errori da evitare.  Se il bimbo che mi piaceva quando ero piccola avesse seguito almeno uno di questi suggerimenti, cosa sarebbe successo? Forse entrambi avremmo vissuto la preadolescenza più contenti e sereni, evitando il 65% delle “pippe mentali“ tipiche di quegli anni: letture del pensiero, catastrofizzazioni, interpretazioni bianco o nero ecc. ecc. Questo vale un po’ per tutti, motivo per cui Alec e il suo libro sono diventati velocemente caso letterario ed anche mediatico. Fan di tutte le età sparsi ovunque, bimbi delle elementari come quarantenni. Appena possibile regalo una copia di “come parlare alle ragazze” al tipo che mi piace, timido e indeciso, così raccoglie qualche suggerimento. E se funziona scrivo ad Alec una mail di ringraziamento.

Comunque, a parte l’interesse personale, il libro mi ha dato spunti sull’educazione relazionale in giovane età. Prima informazione, i ragazzi ricercano istruzioni da manuale, preferendo apprendere da altri piuttosto che scoprire tramite esperienza personale. Lo conferma google digitando “come “… qualsiasi cosa riguardante rapporti sentimentali, tipo “baciare una ragazza” , “invitare un ragazzo ad uscire” ecc. ecc. Seconda informazione : adolescenti fragili e insicuri, poco tolleranti alla frustrazione. A mediare dubbi e difficoltà ci sono i social network, che però rinforzano relazioni fittizie piuttosto che concrete. Terza informazione : c’è più che mai bisogno di un’educazione relazionale ed emotiva, che rinforzi autostima ed autoefficacia, spontaneità, affettività consapevole. Quarta informazione: tra i tanti modi per proporla ben venga un libro come quello di Alec, da leggere insieme in un contesto relazionale tipo la biblioterapia. Noi adulti abbiamo un ampio potere di influenza e formazione, già solo predisponendo stimoli e situazioni. Proporre a bimbi e ragazzi storie in cui loro coetanei hanno difficoltà a elaborare una storia finita o a farne cominciare una nuova, significa stimolare identificazione, condivisone emotiva e cognitiva fino a raggiungere insight, alias acquisizione di una nuova prospettiva rispetto alla situazione problematica. Il tutto in contesto relazione , con coetanei o con un adulto significativo:  è la relazione che stimola riflessione, conoscenza, cambiamento.

Quindi , che siamo genitori, fratelli maggiori , educatori, insegnanti, possiamo sperimentare, magari approfittando di un regalo di compleanno per comprare un bel libro e leggerlo insieme! Cominciando con un testo leggero come quello di Alec o anche più complesso,  c’è ampia scelta. I nostri bimbi e i nostri ragazzi sono curiosi, vogliono apprendere, il più velocemente possibile e soprattutto bene .

 Mariapaola Bianchini ,

Serenamente Onlus – associazione di psicologia per l’infanzia e l’adolescenza

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