L’arte che disabilità pregiudizi
Ho trascorso il mio pomeriggio del 1 agosto 2012 a raccogliere stimoli nuovi sulla disabilità, partecipando al convegno “DISABILITA LA TUA INDIFFERENZA” , svoltosi presso la sala consiliare del Grand Hotel Telese Terme all’interno della V edizione del ArTelesia Festival.
Il convegno era mediato dalla dottoressa Anna Tecce, psicologa e psicoterapeuta presidente dell’associazione “Il Girasole”, che ha ben saputo coordinare i vari punti di vista sulla disabilità – sociali, psicologici, politici – tenendo sempre costante l’attenzione sul valore delle emozioni e dei vissuti che appartengono a chiunque, senza differenze. Emozioni e vissuti che quando espressi attraverso il canale privilegiato dell’arte riescono ad avvicinare le persone ponendosi come un ponte tra se’ e gli altri.
Disabilitare la disabilità anche attraverso l’arte, questo il filo conduttore dell’incontro e questo lo stimolo che ho portato a casa.
L’arte, sia essa musica, pittura, danza, poesia, permette di entrare in contatto con il proprio mondo interno, capirlo meglio, coccolarlo, visualizzarlo fino a dargli una forma che lo rende visibile al mondo esterno e quindi comunicarlo anche agli altri, condividendo nuove possibilità di cambiamento.
L’arte come esplorazione di sé ed anche come co-terapia da associare a terapie più tecniche come la psicoterapia, o l’utilizzo di farmaci. Presso il centro di salute mentale dell’asl di Benevento sono attivi laboratori di manipolazione artistica che utilizzano questo potenziale. Come testimoniato dalla responsabile del servizio, la dottoressa Lucia Penna presidente dell’associazione ‘la Clessidra’, questi laboratori permettono agli utenti di entrare in contatto più diretto ed immediato rispetto al colloquio clinico con il loro vissuti e pensieri problematici, siano essi ansie, ossessioni, depressione, dipendenza, paure. Una volta emersi diventano stimolo terapeutico verso un miglioramento della salute, intendendo per salute anche la percezione di una buona qualità di vita.
L’arte come comprensione e potenziamento delle proprie caratteristiche, ognuna specifica cosicché nessuno è uguale all’altro e ogni confine perde di significato. Allora arte come diritto a essere se stessi nelle debolezze come nelle qualità e fare di ogni piccola imperfezione una risorsa. Prendiamo per esempio il teatro, che anche è arte. E prendiamo la compagnia “Mani nel cappello” del centro di riabilitazione neuromotoria “l’Oasi”. Come testimoniato dal dottor Alfredo Stella, sociologo che collabora con l’Oasi , i ragazzi che ne fanno parte si impegnano nel realizzare prodotti di qualità che riscuotano nel pubblico apprezzamento e successo.
L’arte infine come abbattimento delle barriere mentali, visto che la disabilità si scontra ancora con barriere mentali oltre che fisiche.
Barriere mentali che si nutrono di pregiudizio. Lo ha spiegato bene Gianna Volpe, clown cogito dell’associazione Clown Dottori RNCD: il pregiudizio è culturale, morale, religioso; allontana le persone impedendo a prescindere conoscenza reciproca. Vero che abbiamo ognuno caratteristiche che ci rendono unici ma vero anche, come mostrato dagli altri clown presenti in sala, che queste si incontrano nella naturale tendenza a sorridere ed abbracciarci.
Sorrisi e abbracci per sollevare il cuore dai dispiacere che tutti inevitabilmente incontriamo nel nostro percorso, chi più chi meno. E sorrisi e abbracci per disabilitarsi dall’indifferenza verso chi sta al mondo con specificità diverse dalle nostre.
Mariapaola Bianchini, Serenamente Onlus Associazione di psicologia per l’Infanzia e l’Adolescenza
GRAZIEEE!!! sei stata attentissima! un virtuale abbraccio circolare
clown Cogito
al momento ho condiviso con il link sul nostro blog, grazie
http://comunitarncd.wordpress.com/2012/07/30/a-r-t-e-l-e-s-i-a-f-e-s-t-i-v-a-l-v-edizione-2012/
P.S. mi farebbe piacere pubblicare l’intero post con le immaggini se puoi me lo invii per email : nanosecondo54@alice.it
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