La nostra epoca sta assistendo a una cultura materiale (in particolare, il cibo) che si pone come paradigma per un diverso modello di sviluppo e, quindi, culturale che è chiamato a rispondere alle emergenze in corso.
Il personale rapporto con il cibo e la sovranità alimentare saranno i principali nodi con cui gli individui e le popolazioni dovranno confrontarsi nel prossimo futuro per guadagnarsi un’autodeterminazione capace di coesione e giustizia sociale.
In questo contesto, ben vengano la creatività e l’ironia con cui Isabella Pedicini smaschera i luoghi comuni del rapporto con il cibo, agevolando, con giocosa arguzia, una consapevolezza del gesto alimentare con cui conviviamo quotidianamente, ma che spesso diamo per scontato.
L’autrice, che, lasciando Benevento per motivi di studio, impara a cucinare, con questo ricettario esistenziale, ci appare suggeritrice di quel dialogo ormai ineludibile tra materiale e intellettuale, tra provincia e metropoli, tra quotidianità e arte.
Insomma, un libro in cui le ricette sono un pretesto per raccontarci ben altro: una lettura godibile e capace di messa in discussione. Un libro che sta al mondo proprio come un cibo sostenibile: buono, pulito e giusto.
Alessio Masone
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E’ utile proporre questo libro sul blog di Art’Empori perché questo movimento è nato per agevolare una fruizione responsabile delle arti tramite le istanze della filiera corta e dell’ambientalismo che in questo momento sono più avanti del mondo intellettuale nel promuovere un cambiamento dal basso.
Inoltre Art’Empori e il PoeCivismo sostengono una fruizione delle arti che non sia solo emozionale (estetica) ma anche capace di azione e cambiamento (etica). Ebbene, sul blog di Isabella Pedicini mi ha colpito il suo bisogno di agire.
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