Fifty Kids, Elliott Erwitt in mostra a Roma
Roma, nell’ultima domenica di un freddo gennaio in cui le previsioni annunciavano irrigidimento delle temperature, ha stupito tutti regalando un sole alto e luminoso. Caldo anche e si respirava aria di primavera. Quando è così, Roma pretende passeggiate tra le sue strade e ponti e tra le sue aree di verde. Io ho obbedito al richiamo perchè quando Roma ha un sole così non posso davvero restare dentro casa. Ne ho approfittato per andare ad una mostra che avevo segnato in agenda già da tempo, da quando prima di Natale camminando di fretta a San Giovanni ne avevo visto la locandina, una foto in bianco e nero di bambini ammucchiati divertiti in una macchina, con il naso schiacciato sul lunotto della cinqucento. Mi ero fermata incuriosita a prenderne le informazioni :
ELLIOTT ERWITT FIFTY KIDS
dal 15 dicembre 2012 al 17 marzo 2013 al Palazzo Incontro, in via dei Prefetti 22.
“una mostra di bambini per aiutare altri bambini” [la mostra è accompagnata da un catalogo i cui proventi sono devoluti a favore di A. D. I. S. C. O. Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombellicare]
Approfittando dell’inaspettato anticipo primaverile sono andata alla mostra e se vi piacciono le fotografie in bianco e nero e se anche avete una sensibilità per l’infanzia vi consiglio di fare altrettanto, il tempo disponibile è fino a metà marzo.
Come annunciato dal titolo della mostra le foto esposte non sono molte ma vale certamente la pena fruirne. Il tema – i bambini – è offerto ai fruitori senza un filo conduttore se non la magia e lo stupore che solo loro riescono a dare.
“Sono fotografie molto diverse tra loro, che mostrano bambini che giocano, che ridono, che si travestono, che studiano. Bambini, però. E basta. Come le mie foto. Fotografie e basta, senza una filosofia necessaria dietro ad ognuno di loro. Elliott Erwitt
Io aggiungerei bambini da ogni parte del mondo, ricchi e poveri, piccoli e grandi, da soli e in compagnia di altri bambini, adulti, animali, opere d’arte e il corso stesso della storia che procede con i suoi cambiamenti lasciando inalterato la dolcezza e la bellezza tipica dell’età evolutiva.
Mi sono divertita. Mi sono emozionata.
E mi sono anche incuriosita. A pensare l’infanzia di altri tempi testimoniata dagli scatti in bianco e nero. Infanzia lenta, spontanea, fantasiosa. A confrontarla con quella di oggi. Infanzia veloce, tecnologica, piatta. A sintonizzarmi con la bambina che ero e con l’adulta che sono. Ad accogliere sorrisi buffi e sorrisi amari per restituirli, trasformati ed elaborati, alle storie dei miei bimbi. A trovare una lezione da portarmi a casa da ripassare nei momenti difficili del mio lavoro quando l’empatia, che è la chiave di tutto, è troppo complicata da sentire.
“Mi ritrovo in questo dualismo dell’essere serio quando vesto i panni dell’adulto e leggero quando metto i miei occhiali di bambino con i quali vedo un mondo davvero eccezionale. Elliott Erwitt”
E poi c’erano gli altri fruitori, che anche di storie ne avrebbero da raccontare. Una signora anziana con il bastone, sola? Chissà cosa cercava! Riempire del tempo, trovare emozioni, soddisfare interesse culturale? Mi si è avvicinata: “guarda. guarda che simpatica è questa bimba. Bello il vestito con cui ballava. E che buffa questa posa. Si stava divertendo, eh?”. Un ragazzo che prendeva appunti ad ogni foto. Uno studente? Un fotografo? Uno curioso meticoloso? E degli amici che discutevano di tecnica fotografica “qui ha fissato l’obiettivo in questo punto in modo da lasciare spazio all’immaginazione”. E’ proprio vero, l’arte comincia a vivere di un’infinità di vite nel momento in cui l’artista la offre al pubblico.
E a voi, cosa diranno le foto di Elliott Erwitt? Dove vi porteranno ?
Mariapaola Bianchini, psicologa età evolutiva.