Conoscere di persona i personaggi dei romanzi
Ma tutti si disperano su un feretro vuoto perché so che un e-book ancora in fasce non farà mai e poi mai rompere il cordone ombelicale che io e tanti altri abbiamo con l’oggetto libro.
Già, perché il libro è un oggetto e in senso buono: non come la donna oggetto o l’uomo oggetto (esiste…esiste…)
Da feticista, ho il bisogno fisiologico di toccare la copertina, annusare l’interno del libro, fare le orecchiette alle pagine, sgualcire, sottolineare e controllare quanto manchi alla fine.
Devo poter dormire con una guancia poggiata sul libro o farmelo cadere in faccia quando mi addormento di colpo, devo portarlo come me in borsa e inserirlo sotto la gamba del tavolino che traballa.
Posso mai mettere uno i-Pad sotto il tavolo che zoppica? Come faccio a leggere la posta?
Tutti quelli di cui sopra, i catastrofisti, piangono in processione dietro una bara che non c’è, ma non sanno che il compianto libro per anni ha invece lottato con chi realmente ha cercato, nottetempo, di pugnalarlo nel sonno: l’adattamento cinematografico. Che paura!
Con molta difficoltà mi adatto ai film tratti dai romanzi per un’unica egoistica ragione: sono io il regista della mia lettura.
Capitolo per capitolo, ho dato i volti ai personaggi, scelto le voci, deciso i costumi, individuato le location, gli interni, gli esterni, gli arredi, le luci e il make-up.
Come ti permetti tu, regista maledetto, di venire con la tua pellicola a distruggere tutto il mio lungo lavoro di fantasia?
Che invadenza! E perché hai scelto quell’attore, perché? Rare le eccezioni: visto Shining non vedo perché dovrei leggere l’omonimo libro di Steven King. Scusate.
Tuttavia, caro regista maledetto, uscirò dal cinema serbando in cuor mio un silenzioso rancore nei tuoi confronti, ma camminando verso casa rifletterò su un dato di fatto: il mio casting immaginario era nettamente superiore al tuo gruppetto di sputtanate star hollywoodiane. Tié.
Caro regista maledetto che hai tentato invano di distruggere un romanzo che ho amato, sappi che c’è una cosa che il tuo film altrettanto maledetto e, diciamocelo, caro (se non lo vedo di mercoledì) non avrà mai in comune con il libro: l’illimitata fruibilità del carattere dei personaggi.
Mi spiego. Tu, regista, hai inchiodato Emma Bovary a un volto e un certo carattere della durata di due ore, ma capisco che non è una tua colpa, non avresti potuto fare altrimenti. Tuttavia io, lettore, conosco benissimo Emma Bovary e posso fare una cosa bellissima che scavalca quel tuo casting che proprio non mi va giù: cercare Emma Bovary nella realtà, vederla nel mondo, incontrare il suo modo di fare e i suoi turbamenti in una o più persone. Non ci credi, maledetto?
E a chi assomiglia quel signore che ho appena incontrato sotto il portone se non a Smerdyakov?
Eh, chi era se no lui? Maledetto!