Diventa CoLibraio con il RiciclaRomanzi. Presidio anticrisi per la condivisione di libri e resistenza libraria
RiciclaRomanzi. Diventa Co-Libraio e compartecipe della libreria indipendente Masone.
Presidio anticrisi per una resistenza libraria contro la recessione economica e capace di coesione sociale.
RiciclaRomanzi. Per condividere quei libri che, ormai inutili per te, possono essere utili ad altri.
Deposita, per condividerli, presso la libreria Masone, romanzi recenti, ormai inutili a casa tua, e potrai prendere in cambio lo stesso numero di romanzi, depositati da altri lettori responsabili (CoLibrai) agevolando un risparmio economico per il lettore, una condivisione di libri, un’economia territoriale.
Costo di ogni scambio andato a buon fine, 3 euro (1,50 per i romanzi con prezzo di copertina inferiore a 5 euro).
Insieme al romanzo che depositi, puoi compilare la Scheda di condivisione/recensione dei libri consegnati.
Questo servizio si rivolge a quei lettori che “consumano” numerosi libri e che non hanno interesse a conservarli.
Condizioni del servizio:
- un romanzo formato supereconomico (inferiore a 5 euro) può essere scambiato solo con un supereconomico;
- un romanzo formato economico (inferiore a 15 euro) può essere scambiato solo con un economico o con un supereconomico;
- un romanzo di formato maggiore (superiore a 15 euro) può essere scambiato indifferentemente con un supereconomico, un economico o un maggiore;
- i libri sono ceduti alla libreria che, relativamente ai libri non movimentati per oltre 6 mesi, potrà disporne a propria discrezione (donandoli a biblioteche o a persone);
- la libreria si riserva di non accettare i libri che riterrà non conservati in buono stato o non facilmente riutilizzabili.
RiciclaRomanzi: i romanzi inclusi nell’iniziativa
Servizio relativo a romanzi che rispettino tutte le seguenti caratteristiche:
- libri in commercio e pubblicati negli ultimi 3 anni (sono esclusi quelli non acquistabili in libreria);
- libri minimamente usurati.
Servizio promosso da Art’Empori – Cittadinanza artistica non delegata – Fruizione responsabile delle arti.
Servizio operativo presso la libreria Masone di Benevento – 0824 31 71 09.
Il CoLibraio promuove una coesione tra lettori responsabili e librai indipendenti del territorio:
- per una fruizione artistica e culturale capace di contrastare la crisi economica, agevolando un’economia condivisa e territoriale e una redistribuzione dei redditi;
- per una maggiore relazionalità tra librai e lettori e tra negozianti e consumatori;
- per una maggiore condivisione di libri e delle merci;
- per una cittadinanza non delegata;
- per ridurre i costi occulti (minor numero di libri inutilizzati, maggior proventi che restano ai librai indipendenti e quindi nel territorio).
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Co-librario: disegno di Antonio Esposito (2013) per Art’Empori.
Devo dire che non ho capito tanto bene il meccanismo che regola il cd.Colibraio.
Dunque, Tizio vuole condividere con altri i suoi i libri ALFA e BETA (prezzo di copertina, poniamo, di 7 euro ciascuno, che ha già letto e da cui non trae più alcuna utilità in cambio di altri libri che non ha letto e potrà così leggere con risparmio) e li porta (deposita) in Libreria, dove magari trova di suo gradimento i libri ETA di Caio e OMEGA di Sempronia (poniamo con prezzo di copertina di 14 euro l’uno) che pure li hanno portati in libreria per poterli scambiare con altri di loro gradimento…
La domanda è : perché lo ‘scambio’ possa realizzarsi e possa dirsi ‘riuscito’, tra Tizio, Caio e Sempronia occorre che Caio e Sempronia gradiscano e prendano proprio i libri di Tizio, in cambio dei loro, o comunque è necessario che i libri di ciascuno siano scelti e presi da altri per poter a propria volta prendere i libri di proprio gradimento? Oppure è sufficiente lasciare, ‘cedere’ il proprio libro in Libreria (alla Libreria), a disposizione di quelli che vorranno prenderlo, per poter prendere subito il libro che sia di proprio gradimento, lasciato da altri in (alla) Libreria, perfezionando così lo scambio?
In questo caso, lo ‘scambio’, più che tra Tizio, Caio e gli altri, avverrebbe con la Libreria, che scambierebbe con Tizio uno dei tanti libri che altri le hanno ceduto, dandogli uno di questi libri in cambio di ALFA. E sarebbe, poi, sempre la Libreria, a scambiare con altri, poniamo con Mevia, il libro ALFA, cioè a dare a Mevia il libro Alfa prendendo in cambio il libro di Mevia intitolato, poniamo, ZETA .
Un’altra domanda è: Tizio che accetti di conferire in libreria i suoi libri, deve scambiarli subito con quelli che trova già disponibili, oppure, se questi non lo interessano può attendere finché non ne arrivino di suo gradimento?
E poi, i soldi, il denaro, i tre euro (o un euro e cinquanta), che cosa c’entrano con lo scambio di libri? E a che titolo, e a chi, e quando vanno dati? Tizio deve darli a Caio quando lo scambio riesce e, quindi, in cambio del libro Alfa dato in deposito, prende il libro Eta portato in libreria da Caio, che a sua volta prende proprio il libro Alfa di Tizio e deve dare pure lui tre euro, a Tizio? Oppure Tizio, se sceglie il libro Eta di Caio, deve dare tre euro a Caio, pur se Caio non prende Alfa, purché il proprio libro Alfa sia stato scelto e preso da qualcun altro (Mevia, poniamo, che deve pure lei sborsare tre euro, a Tizio)? Oppure Tizio, una volta depositato ALFA in libreria, può scegliere e prendere senz’altro ETA di Caio e deve anche dargli i tre euro, senza aspettare che Caio o qualcuno altro prenda ALFA? In questi casi i vari Tizio, Caio, Mevia ecc. si scambiano in realtà libri …e soldi, e gli stessi soldi passano di mano in mano in una complicata ‘partita di giro’…
Se ‘scambio di libri ‘ ha da essere, tanto vale eliminare del tutto la dazione di questi soldi… mantenendo unicamente lo scambio ‘alla pari’ dei libri, che, se ho ben capito, dovrebbe essere l’elemento qualificante del Colibraio, permettendo condivisione e scambio di gusti e idee senza costi ulteriori.
Oppure, quando lo scambio riesce, i soldi vanno dati alla Libreria? Ma questo che significa? E chi deve dare i soldi alla Libreria? Significa che se Tizio e Caio col meccanismo del Colibraio si scambiano tra loro i libri Alfa e Eta, essendo lo scambio riuscito per entrambi , devono pagare tutti e due tre euro ciascuno alla libreria? Oppure, trattandosi di un unico scambio è sufficiente che ciascuno versi 1,50 euro? Ma perché, poi, Tizio e Caio devono pagare qualcosa alla Libreria? In fondo, i libri che si scambiano non sono i loro? E ad una libreria, magari proprio a quella Libreria, non hanno già pagato un prezzo quando in un tempo neppure troppo lontano hanno acquistato quei libri a prezzo pieno?
E perché Tizio, Caio, Sempronia e gli altri, una volta caduti in questo complicato meccanismo, diventerebbero Colibrai? O perché diventerebbe Colibraio il Libraio di riferimento ? Perché tutti insieme contribuiscono a creare uno stock di libri ‘condivisi’ che si scambiano tra loro? Ma se il libraio è l’imprenditore (individuale o società di capitali) che mette in vendita al dettaglio i libri, scegliendo quali libri far venire dalle case editrici e offrire alla clientela e fissandone il prezzo e le condizioni di vendita, sopportando i costi di tale attività e beneficiando degli eventuali profitti (la cui eventualità costituisce, appunto, il rischio d’impresa), salvo i casi in cui decida di fare il benefattore donando agli altri la sua opera e le sue merci, Tizio, Caio e gli altri, divenuti Colibrai, dovrebbero quanto meno poter decidere insieme le condizioni di vendita o di scambio dei libri… ovvero dovrebbero poterle decidere insieme al Libraio divenuto, appunto , Colibraio, invece di vedersele ‘imposte’, per così dire, da questi come unilaterali ‘condizioni di servizio’; e quantomeno dovrebbero, come Colibrai, poter decidere insieme la sorte e la destinazione dei ‘libri non movimentati’, ovvero dovrebbero poterle decidere insieme al Colibraio, il che non accade poiché, se ho ben capito, è solo la Libreria che decide a chi questi libri devono andare.
A ben vedere, se fosse esatta la ricostruzione per cui chi aderisce al Colibraio i propri libri li cede alla Libreria, ricevendo in cambio altri libri per i quali, però, deve pure pagare un prezzo alla Libreria medesima (concretizzandosi in tal modo uno scambio di libri e denaro, e non uno scambio alla pari e cioè un libro per un libro: per avere un libro dalla Libreria si deve portare un altro libro e si deve pagare un prezzo ), non si realizzerebbe il cd. Colibraio, ma piuttosto il Cocliente o il Cobenefattore…
Cioè Tizio e Caio, invece di regalarsi o scambiarsi i libri direttamente tra loro, decidendo tra loro tempi e modalità e destinatari della ‘donazione’ o ‘scambio’, i libri li regalerebbero alla Libreria, diventando loro stessi i suoi Cobenefattori, e/o Cobenefattori della persona o istituzione che la Libreria decidesse, da sola, di beneficare. Ovvero diventerebbero Coclienti della Libreria (senza possibilità contrattuali) nel momento in cui per avere uno dei libri pur da loro depositati in libreria dovessero pagare un prezzo , prezzo non deciso o contrattato con loro , ma stabilito solo dalla Libreria e con criteri indiscutibili.
Se Tizio, Caio e tutti gli altri portassero i loro libri usati alle bancarelle dell’usato della città o se li scambiassero tra loro, ovvero li donassero alle bibilioteche parrocchiali oppure alle associazioni di volontariato potrebbero, forse, in modo più chiaro e trasparente metterli a disposizione della collettività creando condivisione e comunicazione : nel caso delle bancarelle, creandosi stock di libri di vario genere di cui ciascuno potrebbe appropriarsi pagando una cifra solitamente modesta e comunque oggetto di serratissima contrattazione tra le parti, che farebbe emergere i bisogni di ciascuno e trovare, di solito, un ragionevole punto di equilibrio, o anche scambiando tali libri con altri libri od oggetti, anche qui con modalità e condizioni che sarebbero oggetto di contrattazione in cui le parti si esporrebbero i loro reciproci bisogni, i loro desideri e aspettative, pervenendo di solito ad un accordo che soddisfa entrambi e che entrambi hanno contribuito a creare.
Nel caso di donazione diretta di libri usati a enti, persone od istituzioni, il fine etico-sociale sarebbe immediatamente e direttamente realizzato col vantaggio che i donanti Tizio, Caio e gli altri potebbero consapevolmente decidere in prima persona chi beneficare con la propria generosità, senza delegare ad altri tale scelta.
Ovviamente lo stesso ‘Colibraio’, depurato degli elementi di ambiguità e opacità sopra evidenziati (sempre che non siano frutto di equivoco e fraintendimento) e reso più ‘flessibile’ e ‘partecipativo’, nonché aperto alle effettive esigenze di quell’utenza a cui dice di rivolgersi, potrebbe venire incontro in modo innovativo, in tempo di crisi, a bisogni inappagati della collettività.
Massimo Simeone -Benevento