Incontro con Carmela Longo, autrice di “Avere a cuore il mondo”, su psicologia, volontariato e professioni d’aiuto
“Avere a cuore il mondo. Prendersi cura di sé, degli altri, del bene comune”, pubblicato dalle edizioni La Meridiana, è il libro di Carmela Longo, psicologa e psicoterapeuta impegnata nell’associazionismo, oggetto dell’incontro che si terrà presso la libreria Masone di Benevento, sabato 19 ottobre 2013, alle ore 19.00.
I temi proposti dal libro, che muovono dalla psicologia al volontariato, dall’economia solidale a una diffusa cittadinanza non delegata, durante l’evento saranno introdotti dall’autrice e da alcuni esponenti dell’associazionismo e del mondo delle professioni di cura, per poi coinvolgere attivamente, nel confronto, le persone presenti.
Interagiranno con i contenuti del libro Antonio Polichetti, ricercatore presso la Società di Studi Politici di Napoli, nell’introdurre la serata; Roberto Priore, psicoanalista; Alessio Masone, esponente di Art’Empori e del Distretto di EcoVicinanza, nell’illustrare i “Metodi responsabili per la fruizione di iniziative socio-culturali”; Mario Festa, architetto e attivista per la sensibilizzazione all’economia solidale e per una cultura inclusiva e partecipata; Gianna Volpe, counselor ed esperta in facilitazione nei gruppi, nel proporre un sondaggio inerente le criticità nel mondo associativo, specialmente per ciò che riguarda la difficoltà di affrontare in maniera costruttiva i conflitti, sia intra che inter associazione.
Carmela Longo, psicoterapeuta, è psicologa presso l’Unità Operativa Dipendenze Patologiche, ASL BN1, di Telese Terme. Svolge attività di volontariato nel campo della clownterapia con l’associazione Comunità RNCD, Raduno Clown Dottori di Benevento. Si occupa inoltre di tematiche legate alla tutela e all’ambiente, all’economia solidale e alla diffusione di una cultura capace di bene comune.
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Il libro. Avere a cuore il mondo: è quello che proviamo a fare ogni giorno, è quello per cui ci riuniamo in associazioni, in comitati, in forme varie di volontariato, è la forza che spinge talune energie spassionate anche nel mondo politico, è la spinta di chi crede che possiamo e dobbiamo essere presenti in questo fibrillante inizio millennio. Ma fin dove possono essere efficaci l’associazionismo e il volontariato, senza una azione politica e amministrativa di ricerca e attuazione del bene comune? Come e perché può essere necessaria una riflessione interna al mondo dell’impegno civico, affinché non si dissipino le energie e le potenzialità? E’ veramente il tempo di un salto di qualità come persone e come associazioni? E la psicologia, quando non è esercizio di un mero individualismo autoreferenziale, può essere decisiva nella costruzione di comunità competenti e sempre più responsabili?
E’ ora di smetterla con le deleghe! I singoli, i gruppi, le comunità, tutti insieme devono prendere in mano la situazione, e non aspettare che qualche potere “forte” si decida a risollevare le sorti. I poteri forti non hanno nessun interesse a cambiare lo status quo. Allora, incontriamoci per confrontarci sui temi proposti in questo libro. Vi aspettiamo tutti, da coloro che, singolarmente nel proprio lavoro, o nel mondo del volontariato e dell’impegno civico, danno ogni giorno appassionatamente e spassionatamente il loro contributo per costruire un mondo migliore, agli operatori della relazione d’aiuto, educatori, operatori nel sociale, psicologi, medici, insegnanti, esponenti religiosi: oggi è la Terra che ha bisogno d’aiuto, e con essa noi, e tutte le espressioni di vita. In questa presa di coscienza collettiva, necessaria e improcrastinabile, possiamo beneficiare dei numerosi input che offre la Psicologia, specialmente nel campo della risoluzione dei conflitti e nella costruzione di relazioni nutritive e di scambio significativo. Allo stesso modo, gli operatori che a vario titolo rientrano nell’area psicologica, devono sempre più espandere la loro ottica, affinché sia finalizzata ad un bene più grande, che vada oltre il singolo o il gruppo, per abbracciare un’azione olistica del prendersi cura di sé, degli altri e della Terra. Possiamo provare a fare un salto di consapevolezza collettiva? Il tempo è arrivato. Non possiamo più rimandare. Dobbiamo costruire tutti insieme una politica come ricerca condivisa, come cantiere sociale di relazioni entro cui poter attuare buone pratiche volte al bene di tutti.
Il volontariato non deve, come talvolta succede, diventare il braccio buono del sistema. Non deve rivestire il ruolo di tacito servo del regime che perpetua lo status quo. Il volontariato volto solo a una mera beneficenza, che non persegua anche contemporaneamente una pressione forte per il cambiamento dello stile di vita consumistico, (che crea violenza strutturale nella società, favorendo disuguaglianze e povertà) è colluso con il sistema, o quanto meno non ne mette in discussione le fondamenta. Rifuggiamo questa impostazione ignava del volontariato: non basta fare del bene nel breve periodo e nella realtà non impedire lo sfascio ambientale, o non spendere una parola contro cattive pratiche amministrative anche locali che nella realtà vanno contro il bene comune. Il volontariato non può e non deve trincerarsi dietro un buonismo autoreferenziale che altro non è che l’altra faccia dell’indifferenza o, peggio, della connivenza col sistema. Di tutto questo discuteremo, nell’auspicio che possiamo recuperare l’indignazione, imparare a costruire un progetto comune, uscire fuori dal sonno della responsabilità personale: questa è la sfida per le nostre comunità.
Un incontro corale e autentico. Grazie a tutti voi!