La ricchezza della Valle dell’Ufita è nella terra. Lettera aperta contro la centrale di accumulo di energia elettrica.
[di Giuliana Caputo] La notizia ormai sempre più chiara e confermata che a Flumeri è stato approvato il progetto definitivo per la costruzione di un Sistema non convenzionale di accumulo di energia elettrica a batterie di sodio e zolfo della potenza di 12MW, ottenuta con 89600 celle collegate tra loro, e il fatto che mai opere simili siano state installate né su territorio nazionale né europeo, aveva già destato gravissimo allarme tra i cittadini più colti, più attenti e responsabili del nostro paese che avevano inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica.
Quando poi si è diffusa la notizia che simili impianti in Giappone hanno dato luogo a diversi incidenti tra il 2005 e il 2011 e che questa di Flumeri sarebbe la più grande installazione dopo l’incidente occorso in Giappone nel 2011, e dopo aver sentito il parere dell’ingegnere chimico, docente universitario Musmarra che ha confermato il rischio, facendo notare pure che a 300-400 metri dall’area insistono abitazioni private e un’area industriale con centinaia di operai, a questo punto l’allarme è divenuto disperazione e rabbia da parte dell’intera Comunità, persino dei cittadini in genere meno informati e più lontani da giornali e televisioni, quali sono i nostri agricoltori.
Così possiamo sentirli discutere animatamente nel nostro dialetto e, nel nostro dialetto, maledire simili dannati esperimenti. Sì, nel nostro dialetto che è la lingua della Comunità centro da cui si osserva il mondo, il sapere antropologico che ha aiutato la Comunità a vivere e ad organizzare al meglio la vita in questi luoghi: Dai costumi, al lavoro, al riposo, alla festa, al dolore e alla morte, a farsene insieme una ragione di tutto! Un patrimonio immenso di esperienze secolari , una forma di conoscenza più raffinata e approfondita della vita e delle cose che ci riguardano da vicino.
Sono proprio questi gli uomini che dal dopoguerra sono stati ingannati e indotti ad abbandonare la loro lingua e la loro terra con la politica dell’industrializzazione ad ogni costo che doveva modernizzarli, distogliendoli da mestieri antichi e conosciuti nei quali erano vissuti. Agricoltori, muratori, artigiani responsabili di loro stessi sono poi diventati dipendenti delle fabbriche con il solo obbiettivo di chiedere lavoro al padrone di turno, divenuti essi stessi per la politica, fonte di voti clientelari. Così molte famiglie hanno perso i terreni e sono quasi in rovina per un misero stipendio durato alcuni anni fino al fallimento di queste cattedrali nel deserto, di queste ben note falsità!
Oggi sanno meglio di ieri che la ricchezza di Flumeri e dell’Irpinia era ed è nell’agricoltura, nel meraviglioso paesaggio, nel turismo e nell’agriturismo, nel valore della tradizione e della nostra cultura! Infine nell’olio di ravece extravergine, nel pane cotto al forno a legna, nella frutta e negli ortaggi. Ormai milioni di persone al mondo rifiutano la frutta in confezione di plastica nel supermercato, senza sapore né profumo, richiedono i frutti del contadino, il pranzo in un agriturismo vero che offra prodotti certificati di quel territorio. E sono anche disposti a pagare quel valore aggiunto che può rappresentare il futuro della nostra economia. Si torna ai piatti poveri, alla dieta mediterranea, a quelle cose che avevamo e che sono diventate un lusso che l’Europa e il mondo intero ci invidia. Hanno capito infatti che i piatti poveri, proprio grazie a quella specializzazione secolare, aiutano a vivere bene e a lungo, così son diventati piatti per ricchi…
Quando si è ricchi soprattutto di intelligenza e di saggezza per ricordare che l’uomo non è padrone della natura e della vita e, che prima di ogni altra cosa, viene la cura dell’ambiente e della salute. E quando si è ricchi pure di buoni sentimenti e… della Poesia che induce a scegliere le cose che rendono bello il Paese, rendono eleganti le persone e capaci di saper gustare piatti sani e saporiti. Possibile che le nostre terre irpine siano considerate buone solo per discariche, trivellazione di petrolio, installazione di nuovi sistemi energetici da sperimentare? Questi ultimi pur tecnologicamente avanzati non portano neppure lavoro e le attività indotte da impianti di questo tipo sono quasi del tutto irrilevanti.
Un altro tipo di progresso è possibile e necessario per la nostra Comunità, ma deve essere comunque coniugabile con la salute e la salvaguardia dell’ambiente circostante che caratterizza la bellezza del paesaggio che è la nostra Poesia. E la vita, dicono i poeti, è fatta di piccole cose e la felicità consiste anche nel respirare a pieni polmoni l’aria di casa nostra senza paura di inalare veleni. Infatti i vari incidenti sviluppatisi in analoghe centrali nel Giappone che hanno determinato rovinosi incendi, in una dannata ipotesi che nessuno però si sente di escludere, potrebbero determinare dispersione di sostanze tossiche che, restando in atmosfera insieme ad altri residui contaminerebbero terreni e falde acquifere di cui è assai ricco il nostro paese.
Perciò la docile Comunità di Flumeri oggi è indignata, rifiuta e si ribella al nuovo impianto di Accumulo di energia elettrica da sperimentare per 12 anni sulla nostra pelle. Un mostro con tentacoli di morte pronto a rubare il futuro ai nostri figli e a rapinare persino la Poesia del nostro territorio!!!