Il libro Cum munus. Quando i cervelli sono in onda
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[di Tullia Bartolini] Un libro è sempre un dono, in qualche modo. Felicità è donarsi, scriveva Claudio Risè, titolando così un suo bel libro. ‘Cum munus’ è il titolo di una collectanea di scritti cui hanno dato vita donne impegnate nel sociale: insegnanti, consuellor, psicologhe. Un testo che mi è piaciuto leggere e pure presentare, tra le suggestive mura dell’Abazia di San Salvatore Telesino, nei giorni scorsi.
Il testo parla di relazione e alterità; e del modo di accorciare le distanze, armonizzando le differenze. ‘Cervelli in onda’ è un movimento apartitico che, nella Valle Telesina, si occupa di disagio sociale e individuale. Belle menti e belle persone che ho avuto modo di conoscere personalmente. Penso a Luisa Palumbo e al suo ‘viaggio’nella comunicazione. Il suo intervento è incentrato sull’altro, inteso come specchio, tanto per citare Gurdjieff: diventiamo le parole che ascoltiamo. In definitiva, l’altro siamo noi, ci piaccia o no. Dunque, ogni effrazione dell’altro è sempre effrazione di sè.
Penso a Gianna Volpe e alla sua ecologia del profondo. La natura ha qualcosa da insegnarci, qualcosa di importante che ci ostiniamo a dimenticare, presi dal nostro tempo ‘liquido’. ‘Abbracciare un albero, di tanto in tanto, fa bene all’anima’, scrive Gianna. E, ancora, val la pena ricordare il resoconto dell’esperienza nella clown terapia di Carmela D’Antonio che, all’incontro in Abazia, ha deliziato il pubblico con la sua ironia. E pure il teaching in progress di Nella Napolitano; le parole di suor Raffaela Letizia, che si occupa di anziani da sempre, fautrice di una terza età da riscoprire nella sua interezza e ricchezza. Nell’opera, poi, Gaetana Iannelli racconta l’ approccio corporeo con la malattia e la vecchiaia; e, scorrendo le pagine fitte, ci imbatteremo nelle donne di Concetta Gallo, vittime di una violenza che chiamano amore.
Penso alle pagine di Carmela Longo, che da anni scrive – e si occupa – di bene comune: ai suoi ‘incontri possibili’ a dispetto di droghe e dipendenze. Come il gioco d’azzardo, di cui ci parla Elisa Liberti. E penso, ancora, alle tecniche di counseling integrato nella professione educativa: una sperimentazione nell’istituto penale minorile di Airola di cui ci racconta Rosa Vieni. Questo “Cum munus” è, insomma, un libro basato su fatti e dati esperenziali: perciò val la pena leggerlo. In questa logica di contribuzione al bene comune, tutti i cittadini costituiscono una risorsa unica e irripetibile. E dunque utile mettere in rete le risorse, fare della propria esperienza una sorta di laboratorio permanente,basato sul confronto e sul dialogo. “Bisogna avere l’umiltà di riconoscersi ‘parte di un tutto’, senza protagonismi”, è scritto nell’esergo iniziale all’opera. Questa interconnessione, assieme alla passione, sono il filo conduttore del libro, che merita tutto il nostro plauso.
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La foto in evidenza è del Parco del Grassano di San Salvatore Telesino (BN).