Morcone-Tre cantoni. Passeggiata della transumanza contro l’eolico nel Sannio. Sabato 5 luglio. Coerenze:18/20
In difesa dei nostri territori dall’attacco della speculazione dei “signori del vento” che credono di poter comprare tutto e tutti!
La “camminata” Morcone-Tre Cantoni si sviluppa per circa 6,5 Km (13 Km A/R).
Si inizia da una quota di 600 metri per arrivare ai 1.106 m s.l.m. con dislivello di 506 metri.
L’appuntamento è a Morcone, in Piazza Manente (meglio conosciuta come Largo Palazzo). Da qui ci sposteremo verso la villa comunale, passando sul Ponte San Marco. Da questo ponte si potrà ammirare un raro caso di torrente inforrato che lambisce un centro storico. La roccia, scavata e modellata dal torrente San Marco, mostra forme davvero spettacolari (marmitte di erosione, salti verticali e rapide). Poi saliremo verso la zona in cui il rilievo calcareo, stratificato, su cui sorge Morcone, mostra una parete rocciosa a picco sul torrente (La Prece), alla cui base sorge un antico mulino ad acqua (Mulino Florio, XVIII secolo) e poco a monte si potrà ammirare un’antica gualchiera (macchinario di epoca pre-industriale che rendeva la lana impermeabile, infeltrendola e presente in luoghi che disponevano di una fonte abbondante d’acqua e, sovente, poco distanti dagli allevamenti delle pecore produttrici di lana). Attraverseremo l’altro Ponte San Marco (costeggiando l’alta parete rocciosa) e l’unica porta rimasta delle originarie sei, che permettevano l’accesso entro le mura, Porta San Marco. Poco più avanti si trova lo storico lavatoio di San Marco. Salendo poi lungo Via dei Caffè, oggi Corso Italia, giungeremo nella piazza antistante all’ex chiesa di San Bernardino (oggi Auditorium). Una splendida chiesa, costruita tra il 1515 e il 1580, purtroppo colpita da un rovinoso incendio, nel 1917, che risparmiò solo la facciata principale, il presbiterio e qualche struttura lapidea. Seguendo le stradine del borgo, di tanto in tanto si aprono scorci e piazzette di grande rilevanza storico-architettonica che trasudano della pregnante impronta dell’artigianato locale che lentamente, complice una politica insensibile e distratta, è stato relegato nell’oblio collettivo. Dopo alcune centinaia di metri di slalom tra strade e vicoletti si apre, sulla cresta del rilievo, una splendida piazza con la più antica chiesa di Morcone, non più aperta al culto, la Chiesa di San Salvatore (anno 1000) che è alla base dei ruderi dell’antico castello medievale (basso medio evo), edificato su mura poligonali preesistenti. Dalla piazza si apre uno scenario meraviglioso che fa spaziare la vista su tutta la valle del Tammaro, sul Lago di Morcone e sulla profonda gola scavata dal torrente San Marco. Verso Nord si ammirano le colline attraversate dal Regio Tratturo “Pescasseroli-Candela” e, verso Est, i Monti della Daunia. Da Piazza San Salvatore si imbocca un’antica strada, passando davanti alla chiesetta di San Rocco (anno 1690), a valle della quale vi sono un’antica fontana e un mulino ad acqua restaurato recentemente e si prosegue verso la località Schiavoni, da cui poi si prende per il vecchio tratturo, ancora intatto, che ci porterà direttamente sui Tre Cantoni.
“I Tre Cantoni” , o “Tre Confini”, come definito anticamente dai Cerretani, è una terra di confine dove si congiungevano tre delle provincie più floride ed operose del Regno delle Due Sicilie. Nei pressi dei Tre Cantoni, infatti, vi è un toponimo che ricorda questi confini, “La Stadera” era in realtà una dogana di confine.
Quì si pagava il dazio, in entrata ed in uscita, per merci ed animali tra Terra di Lavoro e le provincie confinanti.
Il luogo è individuabile poiché su di una roccia, è scolpita una stadera con una croce da qui il relativo toponimo.
Il percorso riprende una delle antiche vie sannitiche di collegamento che dalla Via Latina, attraverso Valle Telesina e la Valle del del Titerno congiungeva la Valle del Tammaro fino ad arrivare al Regio Tratturo “Pescasseroli-Candela”.
Allo scollinamento dei Tre Cantoni (1.106 m s.l.m.) si apre uno scenario unico. Un anfiteatro naturale alla cui base c’è una sorgente perenne “Fontana della Lepre” nel cui abbeveratoio si riproducono varie specie di tritoni, dal piccolo Tritone Italiano al più grande Tritone Crestato. La sorgente permette lo sviluppo del “crescione”, erba acquatica utilizzata sin dalla notte dei tempi per le sue proprietà medicinali, in cosmesi ed erboristeria, oltre che in cucina. Il territorio è prodigo di altre erbe officinali e aromatiche come il timo, la santoreggia, il cardo, la salvia selvatica, la menta selvatica, i crochi (da cui si ricava lo zafferano); flora arbustifera come biancospino, rosa canina, sorbo selvatico, prugnolo selvatico, rovi ecc… le cui bacche sono riconosciute ed utilizzate per molteplici usi, sia curativi, che per produrre liquori o marmellate. Spettacolare, in primavera, è l’esplosione di colori nello sbocciare di fiori, che nel periodo aprile/luglio, “variodipinge” i pascoli verde smeraldo.
Incontriamo grandi e svariate svariate qualità di orchidee selvatiche, Narcisi del poeta, Lingua di cane, Spada del re, ecc… Oltre ai fiori, si sviluppano svariate varietà di funghi prelibati come il noto Prugnolo o Fungo di San Giorgio, il Cardoncello, il Prataiolo, il Prataiolo Maggiore, la Mazza di Tamburo, la Vescia ecc…
L’area è di grande valore naturalistico poiché siamo in presenza di “prati aridi”.
I “prati aridi” costituiscono formazioni vegetali tipiche, di elevato valore naturalistico e paesaggistico.
Si tratta di formazioni preistoriche oggetto di studio e inquadrate, nell’ambito della direttiva UE 42/93 come Habitat 6210 (Formazioni erbose secche, semi naturali, su substrato calcareo), ritenuto “prioritario” per la conservazione della biodiversità, per la presenza di orchidee selvatiche, la cui abbondanza è stata riscontrata ed ampiamente documentata sull’area oggetto della nostra escursione e che la inquadra in un sito di straordinarie potenzialità naturalistiche.
Purtroppo la superficialità, la non conoscenza del territorio e la mancanza di uno studio serio della gestione del territorio sta depauperando e depredando questo bene inestimabile e irriproducibile poiché non adeguatamente riconosciuto e tutelato.
Il territorio dei Tre Cantoni è un’area demaniale su cui gravano gli Usi Civici ad uso dei pastori che portano le greggi di pecore e le mandrie di mucche al pascolo in alpeggio.
Nell’area, recentemente, è stata rilevata e documentata fotograficamente la presenza di rapaci a rischio estinzione come l’Aquila Reale, il Nibbio Reale, l’Aquila dei Serpenti (Biancone) oltre ad altri piccoli falconidi ed un’avifauna variegata di più piccole dimensioni, ma non di minore importanza.
Sono stati avvistati esemplari di lupi mentre stanzialmente sono presenti caprioli, tassi, cinghiali, volpi, lepri, donnole ecc…. Insomma ci troviamo di fronte ad una biodiversità di altissimo valore naturalistico, il cui già precario equilibrio è messo a rischio dalla trasformazione di quest’area, abbastanza incontaminata, in un’area industriale per la produzione di energia da fonte eolica. Un insediamento del genere trasformerà in modo definitivo ed irreversibile un territorio unico nel suo genere. E per questo bisogna utilizzare qualsiasi mezzo affinchè ciò non accada.
Lo scopo di queste escursioni è proprio quello di portare sui luoghi le persone, far loro ammirare ciò che esiste e cosa la natura è riuscita a costruire nei millenni e cosa l’uomo, con la sua opera cieca e sciocca, per mero interesse economico e speculativo da parte di multinazionali del vento, vogliono distruggere per sempre.
“Fronte Sannita per la Difesa della Montagna”
Irene Savino e Pinuccio Fappiano
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Chi è interessato può comunicarci eventuali modifiche da apportare alla seguente ipotesi.
PoeCivismo. Metodi responsabili per la fruizione di iniziative socio-culturali Questi Metodi agevolano PRATICHE capaci di inclusione e cittadinanza non delegata. Ogni iniziativa, infatti, a prescindere dall’encomiabile tema trattato, IN TERMINI DI LINGUAGGIO ESPERIENZIALE, paradossalmente rischia di realizzare STILI DI AZIONE CULTURALE che, dialogando con gli STILI DI VITA del fruitore, utilizzano un metodo escludente e delegato che è incoerente con qualsiasi processo culturale che voglia creare reale consapevolezza e capacità di azione partecipata dal cittadino. . Non conta l’eccellenza di un’opera, di una teoria o di un evento, ma cosa ne fa il fruitore, portandola in prima persona nel mondo. . Ogni fruitore, nell’approcciarsi esperienzialmente all’evento, può considerare i criteri che ritiene utili e può anche creare altri criteri adatti al proprio percorso. _____________________________________________ |
Morcone-Tre cantoni. Passeggiata della transumanza contro l’eolico nel Sannio. Sabato 5 luglio. | ||
18/20 | TOTALE COERENZE rilevate con i Metodi responsabili ________ |
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_____________________________________________ PER UNA RESISTENZA ECONOMICA TERRITORIALE E UNA REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI Valorizzare le iniziative culturali che, a prescindere dal tema, promuovono anche l’attitudine a contrastare la crisi economica che colpisce il cittadino medio e i territori Ogni iniziativa dovrebbe considerare il bisogno di giustizia sociale di questa epoca in cui i redditi si stanno spostando dal cittadino medio ai milionari. _____________________________________________ |
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_________ 1. Tutela economica del cittadino e del territorio _________ |
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PER UN’IDENTITA’ TERRITORIALE E UNA COESIONE SOCIALE Valorizzare le iniziative culturali che, a prescindere dal tema, promuovono anche l’identità del territorio e la coesione sociale che ne deriverebbe Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, dovrebbero considerare la vocazione territoriale e le specificità del luogo da tutelare come opportunità di identità e di reddito. _____________________________________________ |
_________ 2. Tutela identitaria del territorio _________ |
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PER UNA RESPONSABILITA’ SOCIALE CORTA E NON DELEGATA Valorizzare le iniziative realizzate da associazioni locali o dai residenti, senza la partecipazione e i fondi degli enti pubblici Quando l’iniziativa non è calata dall’alto ma realizzata in prima persona dai residenti diventa opportunità per una coesione territoriale e una cittadinanza non delegata in tutti gli aspetti della vita collettiva. Se l’iniziativa è realizzata senza i fondi pubblici contiene meno costi occulti: non pesa sulla collettività; non partecipa a un modello di sviluppo assistenzialista e delegato; non si agevola il clientelismo politico; non è complice dei costi pubblici che, gravando sull’economia reale, causano la crisi economica a danno dei cittadini e dei territori. |
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_________ 3. Senza enti pubblici _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DEI LUOGHI CHE ANIMANO IL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che, realizzate presso le sedi di associazioni e di aziende indipendenti, evitando i non luoghi delle sedi istituzionali, si contaminano dei progetti e delle persone del territorio Quando l’iniziativa è realizzata in sedi istituzionali, oltre a gravare sulla collettività, rischia di proporsi unilateralmente in quanto non si contamina delle persone e dei progetti che animano il luogo ospitante. |
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_________ 4. Presso sedi non istituzionali _________ |
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_____________________________________________ PER UN’ATTITUDINE ALL’INCLUSIONE E PER DISINCENTIVARE IL FAMILISMO Valorizzare le iniziative che, promosse da un’associazione, coinvolgono nell’organizzazione le altre associazioni del territorio e i residenti locali Spesso, nelle attività quotidiane del cittadino e nelle attività culturali e di volontariato, si utilizzano metodi esclusivi e familistici come avviene nelle aziende e nella partitocrazia. |
NO |
_________ 5. Coinvol-gimento delle altre associazioni e dei residenti _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DEI RIONI E DEL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che coinvolgono diffusamente i rioni della città e/o il territorio Quando l’iniziativa è realizzata, in modo decentrato, fuori dai luoghi istituzionali, coinvolgendo i luoghi, eventualmente all’aperto, dei rioni, in particolare quelli meno frequentati, consente un cambiamento che può rimuovere lo squilibrio sociale e urbanistico della città. |
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_________ 6. Coinvol- gimento dei rioni e/o del territorio _________ |
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_____________________________________________ PER UN’AUTODETERMINAZIONE E UNA COESIONE TERRITORIALE Valorizzare le iniziative ideate da soggetti locali senza aderire a iniziative promosse a livello sovraterritoriale Quando l’iniziativa non è calata dall’alto, ma realizzata esperienzialmente da soggetti locali, diventa opportunità per una coesione territoriale e per un esercizio a una cittadinanza non delegata in ogni aspetto collettivo. |
_________ 7. Senza aderire a iniziative nazionali _________ |
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_____________________________________________ PER CONTRASTARE LA DELEGA, IL VERTICISMO E L’ESCLUSIONE Valorizzare le iniziative che, non prevedendo l’assegnazione di premi e riconoscimenti, non proiettano un approccio competitivo ed esclusivo dell’impegno e della cultura Quando, all’interno di un’iniziativa, vengono assegnati premi e riconoscimenti, è opportuno che questi almeno valorizzino persone non note e/o del territorio. Assegnando riconoscimenti a persone note, l’iniziativa tende a dare visibilità a se stessa. |
_________ 8. Senza premi e selezioni _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA INCLUSIVA DELLE SPECIFICITA’ E NON FAMILISTICA Considerare le iniziative per i contenuti che possono intrecciarsi con il nostro personale percorso e non per il rapporto di amicizia/seduzione o di inimicizia/intolleranza che intratteniamo con chi li organizza Spesso, siamo abituati ad approcciare gli eventi culturali con metodo familistico: li evitiamo per pregiudizio negativo (esclusione) o li frequentiamo per amicizia o simpatia (familismo). |
_________ 9. Considerare i contenuti e non gli organizzatori _________ |
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_____________________________________________ PER UN’AZIONE ETICA DELLE EMOZIONI, RIDUCENDO LA FRUIZIONE ESTETICA DELLE EMOZIONI Considerare le iniziative per la capacità di cambiamento e non per la piacevolezza emozionale che può renderci passivi perpetuatori del malessere collettivo Spesso, siamo abituati ad approcciare gli eventi culturali per l’attitudine emozionale (estetica) ereditata che impedisce l’azione in prima persona e quindi il cambiamento. |
_________ 10. Fruizione etica, non estetica _________ |
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_____________________________________________ PER UNA COESIONE SOCIALE E UN’INCLUSIONE DELLE SPECIFICITA’ Valorizzare le iniziative che prevedono dibattiti in cui ogni relatore impegni il tavolo del convegno solo nel momento del proprio intervento Ogni relatore dovrebbe essere un membro della platea prestato, temporaneamente e per una sua specificità, alla funzione di consulente di una comunità in cui ognuno è consulente degli altri. Quando possibile, è opportuno che i partecipanti al dibattito siano disposti in cerchio. |
_________ 11. Senza tavolo dei relatori _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DELLE SPECIFICITA’ Valorizzare le iniziative che, nel comunicare i nomi delle persone coinvolte, utilizzano solo eventuali qualifiche pertinenti con l’iniziativa. Ogni relatore dovrebbe essere impegnato nell’iniziativa per portare la sua personale specificità acquisita nel concreto, a prescindere dai titoli. |
_________ 12. Senza comunicare titoli di studio non pertinenti _________ |
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_____________________________________________ PER UNA PROMOZIONE DELLE SPECIFICITA’ DEI CITTADINI Valorizzare iniziative (convegni, dibattiti, ecc.) dove prendono parte prevalentemente le competenze tecniche e di fatto e non i personaggi politici e istituzionali Spesso il convegno perde di vista il suo contenuto e diventa luogo di presenzialismo. Le autorità politiche e istituzionali hanno comunque la possibilità di vedersi pubblicati i propri comunicati sui media. |
_________ 13. Senza personaggi istituzionali _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA ARTISTICA NON DELEGATA E UNA BIODIVERSITA’ CULTURALE Valorizzare le iniziative che prevedono, come protagonisti, personaggi e artisti non mediaticamente noti Le iniziative locali hanno senso se danno visibilità a personaggi e/o artisti che non sono già agevolati dai media nazionali. |
_________ 14. Senza personaggi e/o artisti massmediatici _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA ECONOMICA NON DELEGATA Valorizzare le iniziative che utilizzano monete locali per incentivare un’economia condivisa, una coesione sociale e una resistenza economica territoriale Ogni gesto economico può essere portatore di giustizia sociale, redistribuzione dei redditi e inclusione del vicino. |
NO | _________ 15. Con moneta locale _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE SOCIALE Valorizzare, anche a teatro e ai concerti, le iniziative in cui non siano previsti posti privilegiati e biglietti omaggio per le autorità Per valutare realmente la portata di un evento culturale, gli esponenti politici ed istituzionali devono misurarsi con esso, in veste di cittadini comuni. Nei luoghi dell’arte, siti dell’emancipazione e della giustizia, non dovrebbero esistere discriminazioni. |
_________ 16. Senza spazi e posti a sedere privilegiati _________ |
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_____________________________________________ PER UN MODELLO DI SVILUPPO DI PICCOLA SCALA E PER REDDITI CHE RESTANO SUL TERRITORIO Valorizzare le iniziative realizzate senza quegli ingenti capitali che portano i profitti via dai territori e che promuovono quel modello di sviluppo che, basato sui sistemi di scala, è la causa dell’attuale disagio economico e sociale Per un modello di sviluppo che includa i piccoli operatori locali e che incentivi un’economia di piccola scala che produce economia territoriale. |
_________ 17. Senza ingenti investimenti _________ |
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_____________________________________________ PER UN’AUTODETERMINAZIONE DEL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che, evitando, come sponsor, aziende estranee al territorio, non rischiano di veicolare condizionamenti a danno delle popolazioni locali Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, devono essere autonome dalla aziende che potrebbero condizionare le attività di autodeterminazione e di coesione della popolazione locale. |
_________ 18. Senza sponsor sovraterritoriali _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CULTURA MATERIALE RESPONSABILE E UN’ECONOMIA CONDIVISA Valorizzare le iniziative culturali che promuovono i prodotti del territorio o etici, quando prevedono la somministrazione di cibo o in quanto ospitate in esercizi commerciali che abitualmente somministrano cibo del territorio Processo culturale è quello che, a prescindere dal tema affrontato, dovrebbe comunque essere capace, nel metodo, di agevolare identità territoriale, redistribuzione del reddito, tutela ambientale. |
_________ 19. Cibo responsabile _________ |
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_____________________________________________ PER UN RESPONSABILE USO DELLE RISORSE NATURALI Evitare le iniziative culturali che prevedendo, anche accessoriamente, sommistrazione di cibo e bevande, utilizzano stoviglie monouso non biodegradabili Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, devono essere più responsabili dei singoli cittadini riguardo all’uso di stoviglie: in caso di monouso, si utilizzino almeno quelle biodegradabili. _____________________________________________ |
_________ 20. Stoviglie ecosostenibili _________ |