Centralità del corpo in un’epoca declinata al virtuale. L’artigianalità del vivere con Eau Terre Feu
Ricerca sul corpo con Nathalie Siviglia
[di Alessio Masone da Sannio Quotidiano] Negli ultimi anni, l’eccessiva apertura data a una fruizione virtuale e massmediatica del mondo ha accentuato quel disagio già diffuso tra chi esercita professioni intellettuali: è stata sottratta identità all’individuo, indebolendo il rapporto tra il suo corpo e la terra, quindi inficiando anche la relazione tra persona e territorio, tra cittadino e comunità locale.
La crisi economica, sociale e psicologica che ne consegue ci indica la necessità di un recupero della centralità del corpo e dei mestieri manuali, dell’individuo che non delega ma che agisce in prima persona, in modo esperienziale, fisico.
Prima della tecnologia, quando potevamo utilizzare una sola azione per volta, per dialogare con una persona o per mostrargli un gesto di cortesia, era necessario scendere di casa, percorrere uno specifico tratto di strada: tutto il nostro corpo era coinvolto in modo esperienziale, impedendoci di essere anche altro, in un infinito altrove. Il nostro corpo, nella sua interezza, interagiva con il mondo, già durante il percorso fisico per arrivare alla meta. Ora, in un’epoca di produzioni seriali e di consumi omologati, raramente il nostro corpo si interfaccia con il produttore di un bene di cui usufruiamo.
Non a caso, nel mondo si stanno moltiplicando le iniziative per recuperare, nel sociale, la centralità del corpo, nell’economia, la credibilità del territorio e dei mestieri manuali, nell’individuo, l’artigianalità del vivere.
In questa direzione, l’associazione Eau Terre Feu, a inizio 2014, è nata in Svizzera, a Romainmôtier, con la finalità di promuovere la conoscenza e la pratica del lavoro di ricerca sul Corpo e il Movimento-Danza, le tecniche di benessere e di conoscenza del sé.
Sul territorio sannita, l’associazione opera tramite Nathalie Siviglia, psicologa terapeuta in accompagnamento psicocorporeo.
Vissuta in Svizzera, Siviglia frequenta l’Irpinia per un progetto di ippoterapia ma rimane incantata dal mondo meridionale, più inefficiente ma più fisico del Nord. Passando per Napoli, diventa parte dell’associazione Terraprena che promuove le consapevolezze di parto e svezzamento naturali: decide in seguito di vivere nelle campagne del Sannio.
Sebbene psicologa, preferisce interfacciarsi con i pazienti tramite terapie che agiscono sul corpo e, poi, sulla mente.
Interagendo con il territorio sannita, nel 2014, Siviglia ha realizzato alcune attività fondamentali per questa epoca di cambiamento.
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www.acqua-terra-fuoco.blogspot.it
Articolo originale pubblicato su Sannio Quotidiando del 27 agosto 2014, nelle pagine del Cesvob dedicate a Nathalie Siviglia e all’associazione Eau terre fue (Acqua Terra Fuoco).