Per non dimenticare. Il potere del ricordo, il coraggio della relazione!
[di Carmela D’Antonio] Da sempre la diversità ha creato sentimenti di timore, ha spaventato e alzato muri, prima fra tutti i muri del pregiudizio, difese inconsce e sociali cavalcate dai poteri dominati per il classico e vincente schema gestionale del “dividi et impera”. I diversi poteri civili e religiosi hanno spesso cavalcato i sentimenti di timore per controllare e organizzare le masse, usandolo come un germe che è facile da inoculare tra i popoli proprio perché fa leva sulla paura del diverso.
Nelle dinamiche della formazione dell’ “unità” ideologica di un paese è spesso fondamentale creare situazioni di odio, di avversità contro un altro e molti sono gli esempi storici di civiltà, società, o gruppi di qualsiasi genere e natura, che hanno trovato nel nemico comune il “cemento” delle proprie relazioni. E se questo nemico incontra i timori e le reticenze che si celano nel cuore di chi teme basta davvero poco per passare dal pregiudizio a veri e propri atti di discriminazione.
Il pericolo maggiore sono le crisi economiche: in queste occasioni i gruppi umani, nel tentativo di darsi spiegazioni, cercano una causa e quando non la riescono a trovare con i mezzi della ragione si affidano all’irrazionale timore del nemico. Nella crisi l’altro fa più paura e diventa bersaglio di aggressività ed odio ed è facile passare dall’intolleranza e alla violenza, le difficoltà economiche istigano alla xenofobia, a cercare le vie più corte per compattarsi rispetto al “diverso”.
Ed oggi siamo bombardati da una grande crisi, sia economica ma soprattutto morale ed etica ed anche se sembriamo molto più tolleranti verso ciò che “prima” era “diverso” dicerto lo siamo di meno verso ciò che lo è “adesso”.
Potenziare questi sentimenti di odio, oggi come oggi, sarebbe molto facile e già qualcuno ne approfitta. Per questo diventa necessario ricordare il passato, fare memoria “delle macchine dello sterminio” messe in atto nella storia dell’umanità, tratti efferati di storia dove il dolore e la vergogna per ciò che gli uomini hanno fatto devono essere ricordati, capiti, difficilmente compresi ed accettati, ma di certo non dimenticati, non lasciati all’oblio e alla negligenza degli animi insensibili.
La pace si può costruire partendo dalla possibilità di abbattere i muri delle paure e costruendo ponti di fiducia, di conoscenza, di memoria del passato. Raccontare l’irracontabile è il dovere di ogni abitante di questo mondo che voglia costruire una convivenza pacifica in cui le differenze diventano motivo di coesione più che di frattura. Incontrarsi per raccontare dell’Olocausto, per celebrare la Shoah, per fare relazione, parlare, per stare insieme è già un passo in avanti verso la costruzione di comunità che abbiano a cuore l’umanità intera. Allor inventiamoci ogni giorno una celebrazione, ogni giorno un evento, ogni giorno delle riflessioni collettive purchè ci vedano insieme a costruire relazioni che legano e creino valore umano.
(disegni da cielo libre di christian mirra)