Le principesse infelici di Dina Goldstein raccontano, attraverso la fotografia, il malessere di oggi
[di Mariapaola Bianchini] Mi sono imbattuta nella mostra di Dina Goldstein alla Mèdiathèque di Mouans- Sartoux, in Francia, casualmente, aprendo uno tra i tanti link che girano su facebook. Ero incuriosita dal titolo del link “come sarebbero le principesse Disney se non fossero vissute felici e contente” ma pensavo si trattasse dell’ennesimo slide show di poco conto. Invece ho scoperto cose interessanti ed intelligenti, provocazioni originali, spirito critico e un amaro ritratto della società che stiamo diventando.
Non a caso il titolo della mostra: “Fallen Princess”
Tornerei indietro di un paio di secoli, a quando le fiabe si tramandavano oralmente per insegnare valori, esorcizzare paure, tracciare direzioni. Sebbene da diverse parti del mondo e culture, attingevano tutte ad un complesso sistema di simboli e significati che rimandava all’inconscio collettivo. Se si rileggessero le storie di Biancaneve, di Cenerentola, di Aurora e di Malefica, nella loro originale versione – in pratica – si scoprirebbero insegnamenti preziosi.
Tutto questo fino all’avvento della società di massa e alla perdita degli antichi valori. L’industria cinematografica ha dato il suo contributo alla trasformazione delle fiabe, ma ha inciso soprattutto l’uso che se ne è fatto e cioè insegnare e rinforzare il culto della perfezione, della passività, della felicità a portata di mano (ma sempre vana), degli stereotipi di genere e dei ruoli sessualmente definiti. Il tutto chiaramente a vantaggio dell’uomo per svantaggio della donna.
Ma la società è cambiata ancora, fino ad oggi che le cose sembrano più confuse e più fragili.
Oggi che l’evitamento emozionale assume le forme della solitudine, della dipendenza affettiva, dell’alcolismo, della chirurgia estetica ad ogni costo, della malattia, dell’uso e consumo di cose.
Questo rovesciamento ho apprezzato nelle principesse di Dina Goldstein, una fotografa canadese che concepisce la fotografia non tanto come l’estetica riproduzione di cose e persone ma come strumento per evocare nel fruitore emozioni di paura, vergogna, schock così da empatizzare e riflettere intimamente sulla condizione umana. Le principesse decadute riescono esattamente in questo: con ironia e provocazione si mostrano nella loro umanità, di donne imperfette in una imperfetta vita. Cappuccetto Rosso ha divorato il lupo e si è data ai fast food, Belle è ossessionata dalla bellezza e si è data alla chirurgia estetica, Raperonzolo ha perso i capelli per la chemio, Cenerentola è diventata un alcolista e la Sirenetta esposizione di un acquario e Pocaontas un’agorofobica. C’è poi Jasmine, che nella sua tuta mimetica impugna un fucile e difende la sua terra.
Biancaneve
Cenerentola
Cappuccetto Rosso
Ariel
Pocahontas
Aurora
Belle
Rapunzel
Jasmine
Per un approfondimento :
www.fallenprincesses.com/flash/index.html
Per chi nelle vacanze andrà in Francia, la mostra dura fino al 27 agosto.