Per le vie delle nostre terre (II puntata)
Ieri il meteo ci ha spaventati e ci ha protetti!
Dato i temporali previsti lungo le nostre tappe abbiamo deciso di evitare una possibile doccia fredda in moto. Interrompere il viaggio sembrava un po’ come spezzare un incantesimo e così abbiamo deciso di dirigerci verso Ariano Irpino in auto.
Questo paese che oggi si presenta su tre colli non è attraversato dalla via Traiana che invece era stata fatta nella parte bassa, cioè in prossima di contrada Starza. Una contrada in cui sono stati rinvenuti scavi archeologici di capanne preistoriche in realtà molto più a valle dall’attuale centro storico.
Aequum Tuticum ( così è denominata questa località) divenne anche una probabile stazione di sosta sul trattuto Pescasseroli- Candela durante il periodo sannita. Fu un’importante via di comunicazione e di commercio del passato, soprattutto quando divenne incrocio tra la via Herculea e quella Traiana.
Venne man mano abbandonata nel medio evo a causa delle invasioni barbariche e dopo che i normanni costruirono un castello militare in cima al colle.
Raccolte queste informazioni, presi gli ombrelli, ci siamo diretti alla volta di Ariano Irpino. Come di tradizione arianese non potevamo non onorare uno dei tanti ristoranti della zona mentre fuori l’acqua veniva giù a catinelle.
Passato il temporale nel pomeriggio ci siamo imbattuti in una cittadina deliziosa, in piena rievocazione storico medievale.
Ad accoglierci il gruppo del forum dei giovani che davano indicazioni sul territorio.
L’altitudine di Ariano ci ha regalato un grande freddo. All’inizio abbiamo trovato un po’ di riparo nel museo delle ceramiche.
La fortuna ha voluto che mentre eravano intenti ad esplorare le torri una voce dall’alto ha attirato la nostra attenzione.
Eravamo capitati difronte alla finestra di Carmen e Francesco che ci hanno protetti dal freddo, coccolato, fatto da cicerone per le torri, il museo medievale e la villa di Ariano e con loro abbiamo concluso la serata guardando la rievocazione storica dell’incendio di Ariano Irpino commissionato da Manfredi, figliastro di Federico II, per punire gli Arianesi che più volte si erano opposti al suo assalto alla cittadina.
Vi salutiamo tutti insieme