Alzati e cammina. Le passeggiate beneventane della salute. Giovedì 30 ottobre, con CAI e Rete Sociale. Coerenze:17/20
Le “passeggiate beneventane della Salute” promosse da ASL di Benevento, Club Alpino Italiano, Rete Sociale
Giovedì, 30 ottobre 2014, ore 20.00, piazza IV novembre, Benevento.
Camminare di sera in città, dopo la chiusura dei negozi, per un’ora prima di andare a cena: in molte città del Nord è diventata una pratica salutare, promossa da Asl, Comuni e associazioni di volontariato che, su percorsi urbani individuati di volta in volta, sono riusciti ad attirare centinaia di persone di ogni età che neanche la pioggia, la nebbia o il freddo intenso sono riusciti a bloccare. E si spera di riuscire a fare altrettanto a Benevento dove giovedì 30 ottobre 2014, alle ore 20, partirà da piazza Castello la prima “passeggiata beneventana della salute”.
Un’iniziativa dal titolo invogliante e allusivo, “Alzati e cammina!”, cui ha aderito l’Asl beneventana – rappresentata, nella conferenza stampa di oggi al cinema San Marco, da Ersilia Palombi del Dipartimento Prevenzione – ma che è stata promossa da due associazioni di volontariato: “La Rete Sociale” – composta da familiari ed amici dei sofferenti psichici – e il “Club Alpino Italiano” (CAI). Due associazioni unite da una visione della salute che non delega alle istituzioni sanitarie la cura del corpo e della mente, ma stimola le persone ad avere un ruolo attivo nel “prendersi cura di sé” e degli altri: nella consapevolezza che tra i fattori importanti della salute ci sono i rapporti umani e l’integrazione sociale. Come hanno evidenziato, infatti, Enzo Ascione presidente del CAI Benevento, e Serena Romano presidente de “La Rete Sociale”, alludendo al detto “mens sana in corpore sano”: “Una mente attiva in un corpo efficiente sono l’antidoto migliore contro il rischio di malattie. Ma per molti questo risultato sembra irraggiungibile: per mancanza di tempo, di soldi da investire in attività sportive, per mancanza di amici con i quali condividere il bisogno di “fisicità” nel tempo libero”. Così sedentarietà, obesità, artrosi e malattie cardiovascolari, favorite dalla marginalità sociale e dalla solitudine sono in aumento. Perciò, la Palombi, ha sottolineato la raccomandazione dell’OMS: “Un’attività fisica moderata ma regolare consente di ottenere rilevanti benefici su problemi fisici e psichici, sia acuti che cronici”.
Per fare attività fisica a costo zero stimolati dallo stare in compagnia, sono nati, dunque, i vari “gruppi di cammino” in Italia, ai quali si aggiungeranno dal 30 ottobre anche quelli beneventani, all’inizio solo di giovedì, ma con l’intento di aggiungere un altro giorno a settimana, sempre dalle 20,00 alle 21,00: quanto basta per coprire circa 4 km. Il CAI, dunque, curerà i tracciati che dovranno essere percorsi rispettando il codice della strada e le regole per procedere in maniera ordinata, evitando intralci al traffico e rischi di incidenti. Unica condizione per partecipare alle passeggiate, dunque, è rispettare una sorta di REGOLAMENTO che invita a seguire la guida in testa al gruppo, senza mai anticiparla; a camminare sui marciapiedi o sulle piste ciclabili senza invadere la sede delle auto; a mantenere il contatto con chi ci precede senza creare vuoti nella colonna; ad essere attenti e collaborativi negli attraversamenti. Quanto ai volontari resisi disponibili, gratuitamente, per proporre percorsi diversificati, come i promotori, declinano ogni responsabilità per danni a persone o cose.
Con questo spirito, dunque, verrà affrontata la prima “passeggiata beneventana della salute” che inizierà giovedì alle ore 20,00 precise da piazza Castello, e che percorrendo tutto il corso pedonale in direzione della Madonna delle Grazie, farà ritorno a piazza Castello attraverso via Pasquali, via Goduti, piazza Piano di Corte e le viuzze del centro storico.
Ecco alcuni dati derivati dalle “camminate della salute” già realizzate in Italia
La prima Regione in cui sono state realizzate è l’Emilia Romagna per cui è quella in grado di fornire più dati sanitari e statistici. “Cesena cammina”, infatti, è alla sua quarta edizione – totalizzando in 4 anni circa 121.000 partecipanti – mentre “Faenza passo …. Dopo passo”, ultima arrivata, è alla seconda.
A Cesena nell’ultima edizione – durata 10 mesi, dal 10 settembre 2013 al 26 giugno 2014 – sono saltate solo 4 camminate per il maltempo. Effettuate, dunque, 76 camminate per un totale di Km 807. I partecipanti sono stati in tutto 33.841 (mediamente 445 partecipanti a passeggiata) ed hanno camminate in totale 135 ore: percorrendo in media 10,6 km a camminata per circa 1,45 ore. Il 20 febbraio 2014 a causa del vento forte e l’acqua battente, c’è stata la partecipazione più bassa: 31 partecipanti. Il 24 settembre 2013, con tempo sereno, la più alta: 826.
In 1 anno di “Faenza… passo dopo passo” sono state organizzate 97 camminate, 5 delle quali annullate per maltempo. Nelle 92 camminate sono stati percorsi in totale 483,69 km raggiungendo un totale di 20.765 presenze, con una media di 225,71 presenze per ogni camminata: punta massima nella camminata del 24 settembre 2013 (403 presenze); punta minima il 31 gennaio 2014 (10 presenze).
Quanto alle motivazioni delle “camminate” promosse e patrocinate dalla ASL di Cesena e dai Comuni del Cesenate, e realizzate dal CAI di Cesena prestatosi a individuare i percorsi e ad accompagnare i partecipanti: “Premesso che l’attività fisica migliora la qualità della vita a qualsiasi età e che anche in Romagna la maggior parte delle persone sono sedentarie, abbiamo voluto sperimentare una forma di promozione dell’attività fisica molto semplice e immediata: dedicare un po’ di tempo a passeggiare … Perché i benefici che derivano dalla sua pratica costante sono molti… l’organismo si rinforza e reagisce meglio ad eventuali traumi; la mente ne trae vantaggio e, se fatto in gruppo, il movimento favorisce nuove amicizie”.
Quanto ai risvolti strettamente terapeutici delle “camminate”, non a caso “Faenza …passo dopo passo” nasce come sintesi del Convegno “Il sovrappeso nella popolazione oltre i 65 anni” con la partecipazione di esperti della salute in campo internistico, fisiatrico e della nutrizione. E nelle conclusioni si è riconosciuto come l’attività fisica ed in particolare la camminata, rappresenti una delle principali stimolazioni funzionali per garantire il benessere e l’equilibrio psico-fisico e sociale; per prevenire e controllare patologie legate alla sedentarietà quali diabete, malattie cardiovascolari, artrosi, osteoporosi. In particolare sottolinea l’ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici) che camminare dai 30 ai 60 minuti al giorno (l’equivalente di 6.000 o 10.000 passi) previene e cura l’artrosi del ginocchio (osteoartrosi): la patologia più comune del ginocchio dopo i 60 anni, da combattere a partire dai 30 anni. La degenerazione articolare può manifestarsi, infatti, già prima dei 30 anni ma rimanere silenziosa e non mostrare i classici sintomi – scricchiolio, rigidità o debolezza all’altezza del ginocchio – che segnalano che la cartilagine dell’articolazione è stata danneggiata da sforzi eccessivi, microtraumi, lussazioni o dall’invecchiamento. Per questo è importante “stare al passo” già da giovani e continuare da anziani: perché questa malattia in Italia colpisce il 26% delle donne, dalla menopausa in poi, e il 12% degli uomini sopra i 65 anni. E a causa dell’invecchiamento della popolazione e della crescente obesità a livello mondiale, si prevede che tale numero sia destinato ad aumentare. Favorita da mancanza di esercizio fisico, stile di vita sedentario e obesità, se non trattata, l’artrosi del ginocchio comporta una ridotta capacità di movimento, limita la normale vita di relazione e la qualità di vita.
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SEGUONO I METODI RESPONSABILI CON CUI ART’EMPORI HA VAGLIATO L’EVENTO
Chi è interessato può comunicarci (ecovicino@live.com) eventuali modifiche da apportare alla seguente ipotesi.
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PoeCivismo. Metodi responsabili per la fruizione di iniziative socio-culturali Questi Metodi agevolano PRATICHE capaci di inclusione e cittadinanza non delegata. Ogni iniziativa, infatti, a prescindere dall’encomiabile tema trattato, IN TERMINI DI LINGUAGGIO ESPERIENZIALE, paradossalmente rischia di realizzare STILI DI AZIONE CULTURALE che, dialogando con gli STILI DI VITA del fruitore, utilizzano un metodo escludente e delegato che è incoerente con qualsiasi processo culturale che voglia creare reale consapevolezza e capacità di azione partecipata dal cittadino. . Non conta l’eccellenza di un’opera, di una teoria o di un evento, ma cosa ne fa il fruitore, portandola in prima persona nel mondo. . Ogni fruitore, nell’approcciarsi esperienzialmente all’evento, può considerare i criteri che ritiene utili e può anche creare altri criteri adatti al proprio percorso. Considerare le iniziative per la capacità di cambiamento (AZIONE ETICA) e non per la piacevolezza emozionale (FRUIZIONE ESTETICA DELLE EMOZIONI) che può renderci passivi perpetuatori del malessere collettivo Spesso, siamo abituati ad approcciare gli eventi culturali per l’attitudine emozionale (estetica) ereditata che impedisce l’azione in prima persona e quindi il cambiamento. |
Alzati e cammina. Le “passeggiate beneventane della Salute”, giovedì 30 ottobre, con CAI e Rete Sociale. Coerenze:17/20 | ||
18/20 | TOTALE COERENZE rilevate con i Metodi responsabili ________ |
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_____________________________________________ PER UNA RESISTENZA ECONOMICA TERRITORIALE E UNA REDISTRIBUZIONE DEI REDDITI Valorizzare le iniziative culturali che, a prescindere dal tema, promuovono anche l’attitudine a contrastare la crisi economica che colpisce il cittadino medio e i territori Ogni iniziativa dovrebbe considerare il bisogno di giustizia sociale di questa epoca in cui i redditi si stanno spostando dal cittadino medio ai milionari. _____________________________________________ |
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_________ 1. Tutela economica del cittadino e del territorio _________ |
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PER UN’IDENTITA’ TERRITORIALE E UNA COESIONE SOCIALE Valorizzare le iniziative culturali che, a prescindere dal tema, promuovono anche l’identità del territorio e la coesione sociale che ne deriverebbe Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, dovrebbero considerare la vocazione territoriale e le specificità del luogo da tutelare come opportunità di identità e di reddito. _____________________________________________ |
_________ 2. Tutela identitaria del territorio _________ |
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PER UNA RESPONSABILITA’ SOCIALE CORTA E NON DELEGATA Valorizzare le iniziative realizzate da associazioni locali o dai residenti, senza la partecipazione e i fondi degli enti pubblici Quando l’iniziativa non è calata dall’alto ma realizzata in prima persona dai residenti diventa opportunità per una coesione territoriale e una cittadinanza non delegata in tutti gli aspetti della vita collettiva. Se l’iniziativa è realizzata senza i fondi pubblici contiene meno costi occulti: non pesa sulla collettività; non partecipa a un modello di sviluppo assistenzialista e delegato; non si agevola il clientelismo politico; non è complice dei costi pubblici che, gravando sull’economia reale, causano la crisi economica a danno dei cittadini e dei territori. |
NO |
_________ 3. Senza enti pubblici _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DEI LUOGHI CHE ANIMANO IL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che, realizzate presso le sedi di associazioni e di aziende indipendenti, evitando i non luoghi delle sedi istituzionali, si contaminano dei progetti e delle persone del territorio Quando l’iniziativa è realizzata in sedi istituzionali, oltre a gravare sulla collettività, rischia di proporsi unilateralmente in quanto non si contamina delle persone e dei progetti che animano il luogo ospitante. |
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_________ 4. Presso sedi non istituzionali _________ |
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_____________________________________________ PER UN’ATTITUDINE ALL’INCLUSIONE E PER DISINCENTIVARE IL FAMILISMO Valorizzare le iniziative che, promosse da un’associazione, coinvolgono nella progettazione le altre associazioni indipendenti del territorio e i residenti locali Spesso, nelle attività quotidiane del cittadino e nelle attività culturali e di volontariato, si utilizzano metodi esclusivi e familistici come avviene nelle aziende e nella partitocrazia. |
no | _________ 5. Coinvolgimento delle associazioni indipendenti e dei residenti _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DEI RIONI E DEL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che coinvolgono diffusamente i rioni della città e/o il territorio Quando l’iniziativa è realizzata, in modo decentrato, fuori dai luoghi istituzionali, coinvolgendo i luoghi, eventualmente all’aperto, dei rioni, in particolare quelli meno frequentati, consente un’attitudine all’inclusione e un cambiamento che può rimuovere lo squilibrio sociale e urbanistico della città. |
_________ 6. Coinvol- gimento dei rioni e/o del territorio _________ |
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_____________________________________________ PER UN’AUTODETERMINAZIONE E UNA COESIONE TERRITORIALE Valorizzare le iniziative ideate da soggetti locali senza aderire a iniziative promosse a livello sovraterritoriale Quando l’iniziativa non è calata dall’alto, ma realizzata esperienzialmente da soggetti locali, diventa opportunità per una coesione territoriale e per un esercizio a una cittadinanza non delegata in ogni aspetto collettivo. |
_________ 7. Senza aderire a iniziative nazionali _________ |
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_____________________________________________ PER CONTRASTARE LA DELEGA, IL VERTICISMO E L’ESCLUSIONE Valorizzare le iniziative che, non prevedendo l’assegnazione di premi e riconoscimenti, non proiettano un approccio competitivo ed esclusivo dell’impegno e della cultura Quando, all’interno di un’iniziativa, vengono assegnati premi e riconoscimenti, è opportuno che questi almeno valorizzino persone non note e/o del territorio. Assegnando riconoscimenti a persone note, l’iniziativa tende a dare visibilità a se stessa. |
_________ 8. Senza premi e selezioni _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA ESPERIENZIALE E NON DELEGATA Valorizzare le iniziative per la capacità di rendere i fruitori coautori dell’iniziativa e quindi coautori del mondo, abbattendo la barriera tra attori e spettatori. Spesso, i fruitori partecipano agli eventi in modo passivo senza quella fruizione esperienziale che agevola nell’individuo la cittadinanza non delegata, la coesione sociale e la felicità diffusa. |
_________ 9. Con partecipazione esperienziale dei fruitori _________ |
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_____________________________________________ PER UNA COMUNICAZIONE NON FAMILISTICA E INDIPENDENTE DALLE MULTINAZIONALI DEL WEB Valorizzare le iniziative divulgate prevalentemente tramite strumenti indipendenti da quei social network che agevolano il familismo nelle relazioni Spesso, nell’ansia di divulgare l’evento, usiamo strumenti fondati sul familismo e l’omologazione, come i social network basati sulle cerchie di amicizie e non sui percorsi progettuali e territoriali. |
_________ 10. Comunicazione indipendente dai social _________ |
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_____________________________________________ PER UNA COESIONE SOCIALE E UN’INCLUSIONE DELLE SPECIFICITA’ Valorizzare le iniziative che prevedono dibattiti in cui ogni relatore impegni il tavolo del convegno solo nel momento del proprio intervento Ogni relatore dovrebbe essere un membro della platea prestato, temporaneamente e per una sua specificità, alla funzione di consulente di una comunità in cui ognuno è consulente degli altri. Quando possibile, è opportuno che i partecipanti al dibattito siano disposti in cerchio. |
_________ 11. Senza tavolo dei relatori _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE DELLE SPECIFICITA’ Valorizzare le iniziative che, nel comunicare i nomi delle persone coinvolte, utilizzano solo eventuali qualifiche pertinenti con l’iniziativa. Ogni relatore dovrebbe essere impegnato nell’iniziativa per portare la sua personale specificità acquisita nel concreto, a prescindere dai titoli. |
_________ 12. Senza comunicare titoli di studio non pertinenti _________ |
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_____________________________________________ PER UNA PROMOZIONE DELLE SPECIFICITA’ DEI CITTADINI Valorizzare iniziative (convegni, dibattiti, ecc.) dove prendono parte prevalentemente le competenze tecniche e di fatto e non i personaggi politici e istituzionali Spesso il convegno perde di vista il suo contenuto e diventa luogo di presenzialismo. Le autorità politiche e istituzionali hanno comunque la possibilità di vedersi pubblicati i propri comunicati sui media. |
_________ 13. Senza personaggi istituzionali _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA ARTISTICA NON DELEGATA E UNA BIODIVERSITA’ CULTURALE Valorizzare le iniziative che prevedono, come protagonisti, personaggi e artisti non mediaticamente noti Le iniziative locali hanno senso se danno visibilità a personaggi e/o artisti che non sono già agevolati dai media nazionali. |
_________ 14. Senza personaggi e/o artisti massmediatici _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CITTADINANZA ECONOMICA NON DELEGATA Valorizzare le iniziative che utilizzano monete locali per incentivare un’economia condivisa, una coesione sociale e una resistenza economica territoriale Ogni gesto economico può essere portatore di giustizia sociale, redistribuzione dei redditi e inclusione del vicino. |
no | _________ 15. Con moneta locale _________ |
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_____________________________________________ PER UN’INCLUSIONE SOCIALE Valorizzare, anche a teatro e ai concerti, le iniziative in cui non siano previsti posti privilegiati e biglietti omaggio per le autorità Per valutare realmente la portata di un evento culturale, gli esponenti politici ed istituzionali devono misurarsi con esso, in veste di cittadini comuni. Nei luoghi dell’arte, siti dell’emancipazione e della giustizia, non dovrebbero esistere discriminazioni. |
_________ 16. Senza spazi e posti a sedere privilegiati _________ |
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_____________________________________________ PER UN MODELLO DI SVILUPPO DI PICCOLA SCALA E PER REDDITI CHE RESTANO SUL TERRITORIO Valorizzare le iniziative realizzate senza quegli ingenti capitali che portano i profitti via dai territori e che promuovono quel modello di sviluppo che, basato sui sistemi di scala, è la causa dell’attuale disagio economico e sociale Per un modello di sviluppo che includa i piccoli operatori locali e che incentivi un’economia di piccola scala che produce economia territoriale. |
_________ 17. Senza ingenti investimenti _________ |
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_____________________________________________ PER UN’AUTODETERMINAZIONE DEL TERRITORIO Valorizzare le iniziative che, evitando, come sponsor, aziende estranee al territorio o promotrici di economia insostenibile, non rischiano di veicolare condizionamenti a danno delle popolazioni locali Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, devono essere autonome dalla aziende che potrebbero condizionare le attività di autodeterminazione e di coesione della popolazione locale. |
_________ 18. Senza sponsor sovraterritoriali _________ |
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_____________________________________________ PER UNA CULTURA MATERIALE RESPONSABILE E UN’ECONOMIA CONDIVISA Valorizzare le iniziative culturali che promuovono i prodotti del territorio o etici, quando prevedono la somministrazione di cibo o in quanto ospitate in esercizi commerciali che abitualmente somministrano cibo del territorio Processo culturale è quello che, a prescindere dal tema affrontato, dovrebbe comunque essere capace, nel metodo, di agevolare identità territoriale, redistribuzione del reddito, tutela ambientale. |
_________ 19. Cibo responsabile _________ |
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_____________________________________________ PER UN RESPONSABILE USO DELLE RISORSE NATURALI Evitare le iniziative culturali che prevedendo, anche accessoriamente, sommistrazione di cibo e bevande, utilizzano stoviglie monouso non biodegradabili Queste iniziative, in quanto di visibilità pubblica, devono essere più responsabili dei singoli cittadini riguardo all’uso di stoviglie: in caso di monouso, si utilizzino almeno quelle biodegradabili. _____________________________________________ |
_________ 20. Stoviglie ecosostenibili _________ |