Gli unici 10 libri che ho letto. Mappa letteraria di Giuseppe De Rienzo (Art’Empori-bmagazine novembre 2009)
Mio padre che sapeva quanto fossi secchione mi consigliò di abbandonare ogni tanto i libri scolastici e dedicarmi alla lettura di qualche romanzo anche per migliorare le mie capacità espressive; mi suggerì di approfittare della libreria sotto casa (masone) dove avrei potuto scegliere libri a credito che lui avrebbe provveduto a pagare. Così avvenne. Con una precisa responsabilità del predetto libraio. Scelsi un testo breve del vincitore del Nobel in quell’anno.
1) Samuel Beckett, “Aspettando Godot”.
Due deficienti si incontrano e iniziano a sproloquiare senza senso su un tale che deve arrivare: non si capisce se è Dio o un “gratta e vinci” fortunato. Poi sopraggiungono altri due mentecatti che continuano a dire assurdità e mettono in burla anche una delle poche cose che ci distinguono dagli animali: il pensiero. Non riesco a capire come a distanza di oltre 50 anni il testo riscuota ancora grande successo a teatro.
Citare Beckett impressionava i miei interlocutori soprattutto femminili così decisi di proseguire nella lettura dei grandi.
2) Franza Kafka, “L’avvoltoio”.
E’ un racconto di una sola pagina nel quale è concentrata tutta l’angoscia, il terrore, la morte gioiosa dei grandi romanzi dell’autore.
Poi mi dedicai ai latino americani.
3) Borges, “La rosa di Paracelso”.
Paracelso, mago e laico, sconfigge l’avidità con la religiosità.
4) Machado de Assis, “L’alienista”.
Imprevedibile apologo sulla grandezza e sulle infamie del Potere psichiatrico.
5) Juan Carlo Onetti, “Gli addii”
Un uomo morente si rifugia in un piccolo paese. Due donne vanno periodicamente a trovarlo, prodighe entrambe del loro amore, manifestamente rivali. Finale sconvolgente!
Capii che i libri che avevano come protagonisti le donne erano anche i più intriganti.
6) Vladimir Nabokov, “Re, Regina e Fante”.
Un triangolo amoroso dove l’unica a soccombere è la regina. Il miglior romanzo di Nabokov.
7) Paula Fox, “Quello che rimane”.
La solitudine esistenziale assume le proporzioni dell’immortalità e la protagonista viene tradita e ferita anche dal suo gatto.
Avevo sempre considerato i gialli un genere inferiore poi Sciascia recensì:
8) Geoffrey Holiday Hall, “La fine è nota”.
Non si sa se questo autore sia mai esistito ma il riferimento nel titolo al Giulio Cesare di Shakespeare è un ottimo viatico per una storia avvincente dalla prima all’ultima pagina.
Godot arriva con:
9) Thomas Bernard, “Estinzione”.
Il bisturi di Bernard si esercita, in un libro filosofico di 500 pagine, in una vivisezione della famiglia (madre, padre, fratello) e del processo di istupidimento messo in moto dalla fotografia, per capire il quale bisogna arrivare all’ultima pagina. Lettura sconsigliata ai cultori della retorica dei buoni sentimenti.
10) Spazio vuoto; ero convinto che fossero dieci e invece sono soltanto nove.
Prima o poi, tra i quattromila volumi della mia biblioteca riuscirò a trovare il decimo.
Giuseppe De Rienzo, classe 1952, ingegnere, sposato con due figli coltiva l’hobby della cucina. Abita in Benevento alla via San Gaetano, 10 dove condivide uno stesso pianerottolo con la suocera.
1 | S. Beckett | Aspettando Godot | Einaudi teatro |
2 | F. Kafka | L’avvoltoio | Franco Maria Ricci (1978) |
3 | J.L. Borges | Venticinque agosto 1983 e altri racconti inediti | Franco Maria Ricci (1980) |
4 | Machado de Assis | L’alienista | F.M. Ricci (1976) |
5 | Juan Carlos Onetti | Gli addii | Editori Riuniti |
6 | V. Nabokov | Re. Regina, Fante | F.M. Ricci (1974) |
7 | Paula Fox | Quello che rimane | Fazi editore |
8 | G. Holiday Hall | La fine è nota | Sellerio editore |
9 | Thomas Bernhard | Estinzione | Adelphi |
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(pubblicato in Art’Empori-bmagazine di novembre 2009)
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Mappe letterarie dei lettori
I dieci libri della mia vita
Invece di una rubrica sui libri monopolizzata da un solo autore, di questa ne è coautore ogni lettore che, a turno, è invitato a commentare brevemente (max 3000 battute) i 10 libri che hanno formato la sua vita o che comunque si sente di consigliare al mondo, anche raccontando il suo personale rapporto con il libro e le librerie. Grazie all’azione di scrittura, il lettore consapevolizza il suo rapporto con la lettura e condivide con gli altri una personale mappa intellettuale le cui coordinate sono date dai 10 libri individuati individuati come i più rappresentativi. Completa l’azione di condivisione, una scheda con cui il lettore, coautore per l’occasione, racconta brevemente (max 500 battute) le sue passioni diverse dal libro.
Questa rubrica è iniziata nel 2008 nella sezione di Art’Empori, all’interno della rivista bmagazine, quando era pubblicata in versione cartacea.
esilarante, grande Giuseppe, unico