Yarn Bombing e la rivoluzione gentile
Si chiama Yarn Bombing, letteralmente “bombardamento di filati” che vengono trasformati in arredi urbani, coperte di colorati intrecci e ricami, veri e propri abiti variopinti con cui vengono rivestiti alberi, panche, lampioni.
Tutto nasce in Texas quando Magda Sayeg, proprietaria di un negozio di filati sconfortata dallo squallore della zona in cui sorgeva il suo negozio, decise nel 2005 di ricoprire di manicotti fatti con lana colorata la maniglia della sua porta.
Da allora lo Yarn Bombing è divenuto un vero e proprio movimento internazionale che colora le città “vestendole” con installazioni in lana e cotone.
Un movimento spontaneo, che nasce dal basso, senza committenti nè padroni ma solo il piacere di fare, abbellire, colorare. Che trova il suo perchè nella riscoperta di vecchi strumenti quali l’uncinetto o i ferri, nel benessere e nel rilassamento che la pratica di questi regala a chi come un mantra li utilizza a colpi di “dritto e rovescio”.
Il fremito creativo dello sferruzzamento ha inondato le strade di Apice in questi giorni, frutto del piacere di un gruppo di donne di più generazioni, messe insieme dalla presidente della pro Loco Erminia Manserra, che si incontrano solerti e mentre prendono un the con i biscotti intrecciano fili, parole, amicizie, ma soprattutto direzionano le loro intenzioni verso l’obiettivo di migliorare piccoli quartieri di Apice in questo momento un po’ in ombra.
Nel frattempo l’arte antica di lavorare a maglia viene tramandata dalle persone anziane del gruppo a quelle più giovani, anche alle bambine che spesso si affacciano incuriosite nella biblioteca, luogo in cui ci riuniamo per condividere arte, passione e sogni.
Un vero e proprio “atto poetico” direbbe Jodorowsky, che mette in moto i talenti di ciascuno e li direziona positivamente e costruttivamente verso un luogo, uno spazio sociale, un gruppo di persone. Un atto creativo che attraversa la bellezza di un incontro e che accompagna alla cura per se stessi un momento di “attenzione” per il territorio.
Un lavoro collettivo fatto di vari pezzi e di autori diversi, di coperte regalate che vengono ripristinate, di sciarpe rinnovate, qualche maglione rinvigorito e qualche vestito scucito, lana regalata o sfilata, un lavoro collettivo che intreccia manufatti artistici dall’aspetto gioioso e colorato nel rispetto dell’ambiente e alla riscoperta di momenti antichi che stemperano il giallo dei ricordi nella speranza di un processo di decrescita felice!