“Makarska 2007. Ritorno alla sensibilità” di Alessandro Paolo Lombardo per Finisterre
Eravamo partiti con metodo. Più che un Metodo, la nostra guida era un almanacco ideale riempito delle massime più laide e volgari in circolazione sulla Croazia (per lo più sulle croate, facili?). Le classiche dicerie che il turista in ritorno da questa bella terra non può che suffragare temendo, in caso contrario, una caduta di virilità. Per questo si chiamano “palle”.
In appendice all’almanacco una nota, uno spunto di riflessione lanciato poche ore prima di partire da un ragazzo abbastanza piacente da non avvertire il peso di qualche fallimento. “Per la mia esperienza, levatevi dalla testa le croate! Non li possono vedere gli italiani…” Questo anatema non pesava più di tanto sulla nostra vacanza: perché credere al vero, quando si ha un almanacco volgare?
Giungiamo a Makarska. Dobbiamo scontrarci con una dura realtà: anche i croati hanno un “almanacco” come il nostro, sugli italiani. A causa della cattiva abitudine degli italici di rasarsi e ostentare eleganza – leggasi: indossare la camicia – siamo considerati tutti gay, anzi siete considerati tutti gay perché io, biondo, con un inglese quasi decente e avendo dimenticato a casa il rasoio, non posso proprio essere italiano.
Essendo i miei due compagni di viaggio più palesemente mediterranei, ci sentiamo in obbligo di “riabilitare” gli italiani. “Italian boys are all gay!” Nemmeno il tempo di scardinare questo pilastro dell’idea croata di italianità che finiamo in un’altra pagina dell’almanacco, forse per l’eccesso di zelo nel riabilitare. “Italian boys are so aggressive!”
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E detto questo, le ragazze si allontanano, proprio non sopportano l’irruenza. Torniamo dalla Croazia con tante risate e poche croate. Sulla nave, in uno di quei momenti di pausa dalle macchiette che tre giovani affiatati compiono a ripetizione, rifletto che se fossi andato in vacanza in Francia o in Inghilterra avrei chiesto numeri di telefono, indirizzi e-mail alle ragazze conosciute per gioire all’idea di avere amici in altri mondi. In Croazia l’avevo fatto solo per dare l’impressione di essere un ragazzo serio, che non cercava, come effettivamente era, qualche storia effimera come trofeo di vacanza.
Absolute pears. Un sorso di collutorio e mi affaccio alla balaustra. Penso alla nave che turba il mare tranquillo, lo apre (superficialmente) e lo abbandona dietro di sé, lasciando del proprio passaggio nient’altro che quella spuma sporca. Provo pena per il mare. E sorrido dell’ostinata ricerca dell’imbarco, a ogni costo.
Alessandro Paolo Lombardo 2007
“MAKARSKA 2007. Ritorno alla sensibilità” di Alessandro Paolo Lombardo per “Finisterre. Viaggioracconti responsabili”