Avellino si mobilita per la libreria indipendente Petrozziello: tre articoli
Ho inserito tre articoli relativi alla mobilitazione degli avellinesi a favore della libreria indipendente Petrozziello.
Art’Empori, solitamente, preferisce che, nell’affrontare un’emergenza, si promuova una messa in discussione del cittadino capace di incidere sul complessivo sistema che ha prodotto quel malessere.
Quindi, non condivido l’approccio episodico mostrato nei tre articoli, ma ve li segnalo per evidenziarvi la portata della crisi che colpisce le librerie indipendenti e gli altri piccoli negozianti.
Quando mi trovo in altra città, visito le piccole librerie identitarie del luogo: certo, non vado alla ricerca delle grandi librerie di catena che, efficienti ma spersonalizzanti, sono identiche in ogni luogo. A maggior ragione, quando sono ad Avellino, passo a salutare Tonino Petrozziello, libraio più attento ai fermenti culturali che alle omologanti convenienze economiche.
Alessio Masone
(Corriere dell’Irpinia) AVELLINO- Non solo una Cartolibreria dove acquistare semplicemente libri, ma luogo di incontro, confronto, scoperta e stimoli. Una certezza per la cultura di un’intera città.
La Cartolibreria “Petrozziello” ha segnato la storia della città di Avellino e ognuno di noi, almeno una volta, è entrato il quel luogo magico.
Una magia che rischia di essere cancellata per sempre dalla crisi. Prima il cambio di sede, da Corso Vittorio Emanuele a via Fratelli Del Gaudio, poi la notizia delle ultime settimane: le difficoltà negli ultimi tempi sono aumentate e il proprietario,
Tonino Petrozziello, giorno dopo giorno matura la decisione di chiudere definitivamente i battenti.Una notizia che ha scosso profondamente buona parte degli avellinesi, affezionati a quel luogo e a quello che esso ha rappresentato negli anni. E così subito si è messa in moto una vera e propria macchina della solidarietà per individuare una strada che scongiuri la chiusura della libreria.
Un appello rivolto a chi ha conosciuto la libreria Petrozziello e ne ha fatto un punto di riferimento, a chi questo mondo mancherà e a chi sente anche il bisogno e l’orgoglio di non relegarlo nell’oblio, ma, invece, vuole sfruttare questa caduta per rilanciare, scommettere, resistere.
Da un’iniziativa di un gruppo di cittadini, ma aperta a quanti hanno a cuore le sorti di Petrozziello, a partire da oggi e per tutti i martedì di febbraio, dalle 18 in poi, verrà letto un libro. Il primo sarà “Bartleby lo scrivano” di Melville, e a chi verrà ad ascoltare si chiederà di versare una quota per la libreria, e insieme di comprare un libro, di portarne uno in dono, e soprattutto si chiederà al comune, a chi governerà dopo le amministrative, di concedere uno spazio alla libreria, senza esigere affitto come riconoscenza della città, e ai parlamentari che vorranno farlo di contribuire con una parte del loro stipendio per aiutare la libreria a vivere, come anche ai grandi imprenditori della città e della provincia, per creare insieme una azione collettiva che permetta alla libreria di avere una rete difensiva certa, incrollabile, e di tornare a stare al centro della città, e a diventare un esempio di reazione nel silenzio delle rese culturali che ci circondano.
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L’iniziativa dei colleghi del giornale on line diretto da Marco Staglianò
Da domani, tutti insieme, ogni martedì, per leggere un libro. Si inizia con “Bartleby lo scrivano” di Melville due pagine ciascuno, per dar voce alla cultura che non accetta di morire
Nell’ultimo periodo sono tante le librerie che stanno chiudendo. Ma salvare una libreria si può? Orticalab risponde con “Avremmo una preferenza: un’iniziativa per salvare la Libreria Petrozziello”.
Da martedì 5 febbraio e, poi il 12 il 19 e il 26, dalle 18.00 Orticalab vi aspetta presso la Libreria Petrozziello via Fratelli del Gaudio Avellino per discutere, leggere, conoscere; per creare una rete, così forte da tenere in vita il circuito dei libri nonostante la crisi del settore editoria.
Da domani, tutti insieme, ogni martedì, per leggere un libro. Si inizia con “Bartleby lo scrivano” di Melville due pagine ciascuno, per dar voce alla cultura che non accetta di morire.
Le proposte da valutare sono tante: versare una quota per la libreria; comprare un libro; portarne uno in dono per un eventuale mercatino di libri usati; chiedere al Comune di concedere uno spazio alla libreria, senza esigere affitto; chiedere ai parlamentari di contribuire con una parte del loro stipendio per aiutare la libreria a vivere; chiedere ai grandi imprenditori della città e della provincia di aiutare economicamente; cedere la Caffetteria dell’Eliseo a Tonino, in modo che sia centrale e sia vicino alla biblioteca, alla mediateca ed al centro di cultura cinematografica Camillo Marino.
Qual è la tua proposta? Come si possono salvare le librerie?
Un incontro per risollevare le sorti della libreria Petrozziello e per prevenire quella di tante altre librerie italiane!
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La bellezza ci salverà
Domenica, 3 Febbraio 2013 (OrticaLab – www.orticalab.it/)
Non dice mai che non farà una cosa Bartleby lo scrivano, lui si limita ad esprimere una preferenza. Anche noi avremmo una preferenza. Noi preferiremmo che la Libreria Petrozziello non chiudesse e per questo lo diciamo con Bartleby leggendo ad alta voce il testo di Melville martedì alle 18.30 nella libreria di Tonino in via Fratelli del Gaudio ad Avellino. Una lettura a staffetta, due pagine a testa, per ricordarci quello che preferiamo: avere ancora a disposizione l’unica vera libreria della città, poter ancora chiedere consiglio a Tonino, unico vero libraio, poter ancora trovare rifugio nel posto più rassicurante e caldo di Avellino, avere ancora il nostro centro di gravità.
Ogni martedì saremo residenti temporanei della libreria Petrozziello, ci vivremo un po’, perché per troppo tempo l’abbiamo lasciata da sola. Se qualcuno volesse distoglierci da questo proposito risponderemo: preferiremmo di no. Come Bartleby opporremo una resistenza gentile e sufficientemente surreale. Perché vogliamo ricordarci e ricordare che di quel posto abbiamo bisogno e non abbiamo nessuna intenzione di privarcene. Poiché quella libreria è l’ultimo monumento che sia rimasto in città, perché non è di pietra ma di carne, pretendiamo che venga consacrato come tale e che abbia un luogo degno in una struttura comunale.
Se è un monumento deve essere vivo. Poiché è vivo, di carne, sangue, pensieri, pagine e missioni, poiché baluardo della civiltà potrebbe essere il bastione che difende uno dei monumenti di pietra tornato simbolo della morte culturale: l’Eliseo. Ecco, visto che si vuole accendere la luce su quel monumento perché al più presto diventi vivo e ospiti il centro di cultura cinematografica Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, poiché esiste una porzione di stabile non inclusa nel sequestro che potrebbe essere riaperta, la famosa caffetteria, noi proponiamo che diventi la casa della libreria della città. Così le luci si accendono dentro l’anima delle persone e non solo sulla facciata dell’Eliseo. Per salvare la bellezza che potrà salvarci.