Coltiva il tuo giardino. Intervista a Carmine Gasbarrino, cittadino consapevole.
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[di Tullia Bartolini] Petrella (CB) è una piccola comunità di circa 1300 abitanti. Carmine Gasbarrino è un amico con cui spesso mi sono trovata a condividere discorsi e ragionamenti su come ‘amare il mondo’ e difendere ciò che di buono qualcuno ha costruito prima di noi, per riconsegnarlo a chi ci sarà dopo, se possibile, migliorato.
Carmine vive a Petrella con la famiglia (ha due splendide bambine) e, come mi ha raccontato, la motivazione che lo spinge a restare nel paese dove è nato è “la relazione profonda che si instaura tra gli abitanti e il territorio”. “Quando il contesto è così intimo, tutto ti lega al luogo, non solo le persone, ma anche e soprattutto i singoli posti: la piazza, la fontana, la chiesa, quell’albero… è un’interconnessione che tiene tutto insieme e che si regge fin quando ogni elemento sostiene l’altro.
Nel mio caso, ho avuto la fortuna di rimanere a vivere qui insieme a tante altre coppie di miei coetanei che hanno fatto la stessa scelta. Si tratta di una sorta di ‘istinto di sopravvivenza’, che vuol ridare speranza a un territorio che, diversamente, sarebbe destinato a scomparire nell’arco di qualche anno. E’ così che, da questa scelta condivisa, vien fuori una nuova speranza: in questi ultimi anni sono nati diversi bambini, la scuola continua ad esserci… la vita si rinnova!”
“Dunque”, gli dico, “non solo l’accettazione di una realtà di provincia ma un ‘voler restare’ per valorizzare il territorio in cui si è nati”.
“La mia (la nostra) è una scelta consapevole: ho studiato fuori casa e lavoro a Benevento, ma ho scelto di apportare nuove esperienze per arricchire la comunità in cui vivo. Non è quindi la semplice accettazione di una realtà così com’è ma un voler contribuire al miglioramento del territorio attraverso la condivisione di nuove idee e con gli occhi aperti sul mondo. Non sempre è facile, certo, ma la motivazione è forte e tanto è stato già fatto!
A Petrella esistono circa venti associazioni: sono tantissime, se rapportate agli abitanti, specie se si considera che molti di noi sono anziani. C’è l’associazione culturale che si occupa della promozione della nostra chiesa Romanica (un capolavoro, n.d.r.), la squadra di calcio e di atletica, l’associazione di pesca che tutela un pezzo del fiume Biferno e organizza gare, la banda musicale, il gruppo di musica popolare, l’oratorio salesiano che rappresenta un punto di riferimento per la formazione dei ragazzi e dei giovani, ancora un circolo ricreativo di giovani e un’associazione di mamme e nonne che sostengono le attività di altri gruppi e, ancora, la pro-loco che mantiene vive le tradizioni popolari. C’è addirittura una piccola TV locale indipendente, che trasmette nel raggio del nostro territorio e raccoglie un archivio storico di video che vanno dai più recenti a quelli di inizio secolo”.
Continua, entusiasta: “Molto importante è anche la presenza di artigiani e di giovani che hanno deciso di svolgere la propria attività nel nostro territorio: dalla produzione di miele al formaggio, ai prodotti dolciari e da forno fino all’oggettistica prodotta da una cooperativa che lavora il vetro. C’è un maestro di icone che è anche un restauratore, artisti che dipingono ed hanno un’esposizione permanente. Puoi capire benissimo quanta vitalità apporti una gamma così ampia di associazioni, nel territorio. C’è sempre qualcosa da fare, una manifestazione a cui partecipare, persone da incontrare… uno scambio che è soprattutto crescita! Certo, a volte non è così facile tenere duro: perché tutto ciò continui ad esserci, è necessario il supporto del singolo”.
Condivido il ragionamento di Carmine: cambiare innanzitutto se stessi per cambiare il mondo.
“Poi, come puoi immaginare, quando qualche risultato inizia a vedersi si crea di nuovo l’entusiasmo necessario per continuare. Quanto alla valorizzazione del territorio, come ti raccontavo nei giorni scorsi, negli ultimi due anni abbiamo avuto delle straordinarie occasioni come, per esempio, la pubblicazione di una monografia sulla nostra chiesa e l’organizzazione di convegni con ospiti di fama nazionale (tra cui il premio Bancarella 2012)”.
Molto, dunque, a Petrella, nasce dal basso e si sviluppa secondo i termini della partecipazione del singolo, che stimola anche l’Amministrazione locale in un discorso di miglioramento del luogo.
“L’esperienza del ‘coltiva il tuo giardino’ è un’idea che scompone ancora di più questo microcosmo in una dimensione familiare”, continua Carmine. “Prima di guardare al mondo bisogna guardare al proprio giardino…così abbiamo iniziato dall’aiuola abbandonata davanti alle nostre case. Un’esperienza particolarmente interessante, che ha visto la partecipazione di un intero vicinato, adulti, bambini ed ‘esperti’, capaci di svolgere lavori manuali. Abbiamo iniziato con il rimuovere le erbacce e le carte. Abbiamo zappato e rassodato il terreno, quindi lo abbiamo recintato e vi abbiamo seminato delle piante ornamentali oltre che delle spezie che potranno essere utilizzate da tutti i vicini: rosmarino, menta, salvia, melissa, timo e citronella. Per il prato abbiamo seminato il trifoglio e a novembre trapianteremo un abete (regalo del Comune) che sarà addobbato dai nostri bimbi in vista del Natale. Abbiamo aggiunto poi le panchine e un cestino per i rifiuti”.
Carmine mi fa vedere delle foto: traspare, dalle immagini, l’atmosfera serena di fine estate, la bellezza di un gesto che è quello del riappropriarsi di uno spazio comune. I cittadini di Petrella sono un esempio da seguire, uno stimolo per tutti gli amministratori, una testimonianza di come si possa e si debba amare la propria terra.
Tullia Bartolini