“Una volta ti dissi” di Alda Merini
Aggiunto da Redazione1 il 31 ottobre 2009.
Tags della Galleria Merini Alda, Poesie, Tullia Bartolini
Tags: alda merini, Tullia Bartolini, una volta ti dissi
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Tags: alda merini, Tullia Bartolini, una volta ti dissi
Una volta ti dissi:
non arrabbiarti,amore,
s’io son diversa.
Forse sono una colonna di fumo,
ma la legna che sotto di me arde
è legna dorata dei boschi,
e tu non hai voluto ascoltarmi.
Guardavi la mia pelle candida
con l’incredulità di un sacerdote,
e volevi affondarvi il coltello
e così la tua vittima è morta
sotto il peso della tua stoltezza,
o malaccorto amore.
Prendevo in giro l’ebrietà della forma
e sapevo che ero di lutto,
eppure il lutto mi doleva dentro
con la dolcezza di uno sparviero.
Quante volte fui scoperta e mangiata,
quante volte servii di pasto agli empi;
e anche tu adesso sei empio,
o mio corollario di amore.
Dov’è la tua religione
per la mia povera croce?
Alda Merini
Ho chiuso gli occhi
Ho chiuso gli occhi
E i tuoi baci hanno cosparso
Il mio spirito nell’Universo.
Ho chiuso anche le braccia
Che divine avevano la forza del mare.
Ho accesso tutte le stelle
Del cielo con la forza motrice
Dell’amore…
Chissà se il tuo mondo
E’ rimasto imprigionato nel mio!
Ho cancellato il tempo
Vagando sul mare
Come gabbiano in cerca di gabbiano
Della notte mi è rimasto Il freddo
Imprigionato nelle piume d’Autunno.
Ho posato le mie ali
Sulla terra immacolata
E l’odore dei pini
Mi hanno portata nel viale
Dove le forme
Diventano cenere.
Ho cancellato ogni traccia
Di questo assurdo presente
E la strada del ritorno
È stata violenta e necessaria.
Ho portato con me
L’altra metà del cuore
E le parlerò ancora
Come fa la Primavera
Con le sue gemme.
ho provato a raccontarti di me
ma gemme di neve sono diventati cristalli
ho provato ad avvicinarmi a te
tempo non c’era e silenzio si spera
o provato a raccontarti di me ma barriere
di guerriero mi hanno falciato l’anima..
ho provato,.. ho provato tanto’è che sono quì con te…
io sono come lei mi diverto a comporre poesie per grandi e piccini
Mi diverto a far poesie senza tante frenesie se qualcun me lo richiede gliela faccio in questa sede, triste bella o di allegria faccio tutto in poesia.
Quando poi vi divertite vi ringrazio se applaudite::::::::::::::::
Stefania Moscati
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Alda ha anche un corpo, un’anima soffri di cui per la maggior parte che erano degli miscredenti , si sono nutriti con abuso.
In quanto all’amore, è così: “quando si ama, non si conta ”
e nei due sensi…
Una prostituta, Fantine, la mamma di Causette, in “I Disgraziati/Miserabili ” di V.Hugo, incarna bene l’argomento perché il suo corpo ne ha fatto “mangiare” ed alla fine, muore completamente malata “vampirisata” e preoccupandosi ancora ed ancora del sorte della sua bambina.Jean Valjean, l’eroe del romanzo, andrà dalla Carità (ospedale di questa epoca ), cercare ed occuparsi dell’educazione di Causette, una bambina sfruttata al posto di “principessa” come diceva la sua famiglia di accoglienza.
Il corpo di Fantine ha servito qui solamente di pane a farsi divorare per gli empi tale quello del Cristo torturato da e per il sistema dell’epoca.
TI RINGRAZIO PER AVER DATO IN PASTO A noi “cormorani”LE TUE DELICATE E FORTI POESIE .CIAO ALDAc
tutti hanno paura del diverso, del non omologato. nessuno vuole portare il peso della croce dell’altro. penetrare la verità di un’altra anima è troppo complicato, meglio accontentarsi di ciò che appare…così muore l’amore. e’ stata una donna speciale, morta in una completa indigenza. mostrava, nei confronti delle cose del mondo, una totale indifferenza: i vestiti, gli oggetti, il denaro…ha concluso i suoi giorni – e la sua esperienza poetica – avvicinandosi ad un dio personale che l’aveva salvata e purificata.
era una donna libera.
queste parole sono state scritte per urlare ad un amore che non ha voluto ascoltare e capire…
“Una volta ti dissi:
non arrabbiarti,amore,
s’io son diversa.
Forse sono una colonna di fumo,
ma la legna che sotto di me arde
è legna dorata dei boschi,
e tu non hai voluto ascoltarmi.
Guardavi la mia pelle candida
con l’incredulità di un sacerdote,
e volevi affondarvi il coltello
e così la tua vittima è morta
sotto il peso della tua stoltezza,
o malaccorto amore”.