Che retorica che fa. Come Fazio e Littizzetto sono funzionali al sistema

che tempo che fa[di Alessio Masone] Nonostante i buoni intenti, le nostre azioni spesso comunicano, in termini di metodo, il contrario.

In un contesto che vede il fallimento di un intero modello culturale, la trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, nel suo smistare buonismo, poi nella pratica, come linguaggio esperienziale, comunica, sostenendolo in vita, un modello superato che, basato su competizione ed esclusione, è fondamentale causa dell’attuale crisi economica e sociale.

La trasmissione, che propone, come ospiti, personaggi di successo nei loro campi, è condotta da due personaggi televisivi che non disdegnano successo, visibilità e ricchezza.

Biologicamente, i maschi del branco inseguono il potere: culturalmente, mettere in discussione questa brama di potere porterebbe cambiamento e giustizia. Se gli uomini politici, prevalentemente, dimostrano di essere rimasti ancorati a un DNA primitivo, anche gli esponenti del mondo artistico, solitamente, non sono diversi. Fazio, in termini di ansia di successo, non è diverso da Berlusconi e Hollande, e come loro non propone, in termini di linguaggio esperienziale, nessun cambiamento culturale.

In un contesto in cui la donna dovrebbe fungere, nel confronto dei sessi, da esempio per una decrescita dell’ansia di potere, la Littizzetto rappresenta il prototipo, in formato televisivo, della donna che insegue carriera e visibilità, incentivando competizione ed esclusione. Se gli uomini politici sono rimasti fermi agli istinti primordiali del maschio, questo tipo di donna, in termini di linguaggio della pace, fa finanche un passo indietro. Tra l’altro, paradossalmente, ottiene ingaggi faraonici per ironizzare su potenti e faraoni della modernità.

5 Risponde a Che retorica che fa. Come Fazio e Littizzetto sono funzionali al sistema

  1. Nina Iadanza 21 gennaio 2014 a 23:40

    Una giornataccia! Solo ora posso raggiungervi, ahimè.
    Ancora una riflessione.
    A me pare che non ci si possa aspettare chissà che da certe trasmissioni televisive, soprattutto quando queste hanno la pretesa di essere alternative.
    Alternative a cosa?

    Basti pensare ai loro conduttori o conduttrici; non mi sembra che siano certo le persone della porta accanto e nemmeno che abbiano chissà quali grandi meriti o cose così interessanti da dire.
    Mi convinco sempre più spesso che chi agisce per il bene degli altri non ha certo il tempo di andarlo a raccontare in giro, preso com’è da tutti gli impegni che si ritrova, figuriamoci se poi va pure a farlo in una trasmissione televisiva…
    Senza scomodare la biologia, gli animali che sono certamente migliori degli uomini, e la cultura, non credo che la televisione possa farci scuola.
    Chi fa televisione vuole sicuramente apparire, ha una buona dose di narcisismo e non certo si sottrae ai giochi di potere.

    Detto questo, come sostiene un mio carissimo amico, meglio non perderci tanto tempo su quei due di cui parla Alessio, anche perché nel caso specifico si tratta di due persone che sono lì per trafila di partito e stanno bene attenti a conservarsi la poltrona: le interviste di Fazio ai personaggi politici sono fatte in ginocchio, senza mai una domanda scomoda, neanche un accenno. Fa solo la spalla ai loro show propagandistici. E la Littizzetto che ha da ridire su tutto e tutti tirando sempre fuori gioielli di famiglia e bernarde, pensasse un po’ di più ai suoi lauti guadagni.
    Si tratta di due allineati (che siano del PD e non berlusconiani cambia qualcosa?) per i quali non mi pare proprio il caso di sprecare analisi ed energie mentali.
    Che modello di donna poi incarni e proponga la Littizzetto ce lo possiamo risparmiare, non è certo a lei che dobbiamo guardare.
    Se poi questo mondo scassato ce lo hanno consegnato certi uomini, non è detto che dobbiamo essere noi a salvarlo. Chi ha fatto i danni non si aspetti che siano gli altri a porvi rimedio, ma si dia da fare, prima che sia troppo tardi.
    Personalmente guardo poco la tv e se debbo proprio ispirarmi a qualcuna/o, i miei modelli li trovo altrove.

    Nina

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  2. Tullia Bartolini 21 gennaio 2014 a 23:10

    Se ti capita, caro Alessio, leggiti il bel libro ‘Ishmael’, di Daniel Quinn: secondo l’autore, che offre un’inusitata chiave di lettura del mondo, gli animali sono di gran lunga migliori degli uomini….
    A parte questo, sono d’accordo sulla Littizzetto & C.: si tratta di persone che pretendono ingaggi da favola e vengono pagate perché (e finché) sono funzionali all’audience.
    Ma l’essere umano, che è dormiente, accetta ogni cosa gli si propini, pur di non pensare: dunque, l’uomo comune, al solito, che fa l’audience, deve prendersi le sue responsablità.
    In quanto alla trasmissioni TV, vorrei anche capire un’altra, semplicissima cosa: perchè un politico ha il diritto di discolparsi, se viene coinvolto in un’affare giudiziario, e una persona per bene e normale non ha alcuna possibilità di replica pubblica, se gli capita un accidente?
    Con questo, vi abbraccio e vi saluto.
    Tullia Bartolini

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  3. Alessio Masone 21 gennaio 2014 a 23:00

    Rispondendo a Loredana Tursilli, voglio precisare che ho sempre considerato la donna, in quanto portatrice, nel confronto dei sessi, di non violenza e di cooperazione, meritevole di avere emancipato la specie umana dallo stadio animale. Se la violenza nel mondo è diminuita, è merito della donna che, nel corso delle generazioni, ha selezionato uomini più simili alle donne, in termini di aggressività e brama di potere.

    Questa basilare conquista della specie, ormai animale culturale, in quanto capace di portare cambiamento, è avvenuta grazie alle donne: ebbene, una minoranza di donne, assimilandosi all’uomo nell’inseguire il potere, diventa infeconda nel confronto dei sessi, quindi culturalmente inerte, una sorta di ermafrodito in termini di evoluzione sociale.

    In pratica, se vogliamo uscire dalla crisi, ritengo che, in termini di lavoro e potere, gli uomini dovrebbero assimilarsi alle donne e non il contrario.

    Rispondendo a Tullia Bartolini, voglio ribadire che Fazio e Littizzetto sono personaggi di potere, visto il lavoro milionario e prestigioso che fanno: nel quotidiano (in aeroporto, all’ospedale, in albergo, in automobile…) godono di prerogative più simili alle nostre o più simili a quelle di Berlusconi e Hollande? Nei ricevimenti dei loro potenti amici, è più facile che incontrino noi o Berlusconi e Hollande?

    Sono falsi amici del popolo perché fanno audience e soldi assolvendo gli spettatori e servendo al cittadino, con vero populismo, l’opportunità di delegare responsabilità e cambiamento ad altri.

    Frenando il cambiamento, non sono produttori di cultura. Il movimento di Art’Empori nasceva appunto per denunciare che un’attività artistica o intellettuale non realizza automaticamente un processo culturale: se non porta cambiamento e giustizia nel mondo, quell’attività è solo funzionale al sistema.

    Ma, nel mio articolo, volevo evidenziare la differenza tra linguaggio intenzionale e quello esperienziale che appunto porta un reale cambiamento: quando si organizza un convegno con l’intenzione di agevolare l’inclusione, se si prevedono, come relatori, docenti universitari di Roma imposti da un tavolo contrapposto agli spettatori passivi, in termini di linguaggio esperienziale si sta comunicando esclusione ovvero che, per ottenere considerazione, bisogna essere famosi e potenti.

    Alessio Masone

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  4. Tullia Bartolini 21 gennaio 2014 a 22:00

    Fazio è bravo, è strapagato – come Santoro -, ed è uno che sgobba; fedele alla RAI da trent’anni, non ha cambiato bandiera e non si è venduto a Berlusconi.
    La Litizzetto è strapagata, fa morire dal ridere, è empatica, ride degli uomini, ne svela i limiti come poche comiche sanno fare.
    Altro non ci è dato sapere su questi personaggi e, magari, tali informazioni (tranne gli stipendi da favola, accertati) sono tutte sbagliate.

    Che le donne siano molto lontane dalla gestione del potere, poi, è cosa nota; la questione famminile è ancora tutta da dipanare.

    Alessio voleva dire che, se il problema è sempre, appunto, nella gestione del potere, non arriveremo mai al nucleo delle cose, che è quello di riformare la società secondo leggi che rispettino le differenze, senza schiacciare le minoranze, esaltando i valori veri.
    La società odierna ci ha costrette a lottare – parlo in quanto rappresentante del genere femminile – perchè si riconoscesse una diversità di genere meritevole di rispetto.
    Qualcosa abbiamo ottenuto. Molto poco, in termini di diritti e di dignità.

    Questo perchè – ed è la mia opinione solamente – noi donne abbiamo spesso preso il peggio e non il meglio, del mondo maschile.
    Ci siamo uniformate, appiattite, svendute. Piegate comodamente al sistema. Non siamo state capaci di portare nel mondo il nostro linguaggio, che era diverso.

    Le Olgettine esistono non perchè esistano uomini come Berlusconi, ma perchè c’è una tendenza diffusa, in alcune donne, a prendere le vie in discesa.

    T.

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  5. Loredana Tursilli 21 gennaio 2014 a 20:00

    Caro Alessio,
    come al solito, in tutto quello che scrivi e dici, le donne ne escono sempre malissimo! Vuoi per forza dar colpa alle donne per la “coglionaggine” degli uomini. Ma falla finita una volta per tutte!
    E comunque se scrivi che “gli uomini inseguono il potere per ottenere il consenso femminile”, io ti dico che almeno le donne “inseguono il potere per ottenere il consenso e basta”!
    Loredana Tursilli

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